Gruppi per papà separati. Lo psicologo: “Uomini costretti a dormire in stazione”

divorzio, separazione mamma papà bimboC’è un papà a cui ogni mese – tra la rata del mutuo e i soldi da versare per il mantenimento – restano solo 400 euro. Ce n’è un altro costretto a dormire in macchina o in stazione, con la Caritas che la mattina gli porta la colazione. Sono alcuni degli uomini che lo psicologo psicoterapeura Franco Boldrini incontra nei suoi laboratori di self-help a Modena. Un progetto che ha lanciato sei anni fa dopo avere riscontrato come gli uomini, meno propensi delle donne a raccontare di sé e a esporsi, considerino la separazione un fallimento personale di cui vergognarsi.
Dottore, su cosa lavora, principalmente, nei suoi gruppi?
“Sulla relazione e la logica conciliativa. Troppo spesso, nel corso delle separazioni, vedo i coniugi scaricarsi addosso rabbia ed aggressività. E litigare su soldi e figli, che sono i veri due nodi centrali della questione”.
Quanti uomini hanno aderito?
“Cinque o sei, a seconda delle volte. Sono numeri piccoli. Nonostante la pubblicità, nonostante gli incontri siano gratuiti, c’è una grande difficoltà da parte degli uomini a raccontarsi e chiedere aiuto. Motivo per cui ho deciso di lavorare con la parte maschile, alla quale pochi pensano”.
Sono tutti genitori, i partecipanti?
“Sì, sono tutti papà. Se di mezzo non ci sono figli, è più semplice. Con il divorzio breve, poi, è diventato tutto veloce ed economico. I problemi nascono quando ci sono dei bambini e la gestione, sia organizzativa che finanziaria, diventa a volte un incubo”.
L’affidamento condiviso non ha migliorato le cose?
“In parte sì ma se ci sono problemi di natura economica si inizia a litigare per la casa, per dove andrà ad abitare chi. E le famiglie di origine dell’uomo e della donna, in alcuni casi proprietarie dell’abitazione in cui la coppia vive o viveva, non sono sempre d’aiuto. Senza contare che i bambini diventano un po’ pacchi postali. Conosco un paio di casi in cui si è deciso che i figli restano sempre nella stessa abitazione e i genitori ruotano: una soluzione che non crea traumi ai bambini ma che richiede una disponibilità economica che non tutti hanno”.
Ci sono altri fonti esterne di stress?
“A volte gli avvocati, che devono capire che devono smettere di fare litigare gli ex coniugi più di quello che già fanno da sé. Ormai le separazioni sono all’ordine del giorno, non c’è bisogno di esarcebare situazioni in partenza complicate. C’è già il problema che la giustizia favorisce le mamme, considerando scontato il fatto che la donna resti nella casa dove viveva anche il papà. Controproducente aggravare le cose ancora di più”.
La sindrome di alineazione parentale, dove un genitore scredita l’altro a tal punto che i figli se ne allontanano, esiste davvero?
“Certo, anche se c’è molto timore a riconoscerla. Quando un genitore distrugge l’immagine dell’altro a tal punto che i bambini, dal genitore screditato, non vogliono più andare, la sofferenza raggiunge livelli incredibili. Non dev’essere un tabù raccontarlo”.
Lavorando sugli uomini, quali risultati si ottengono?
“Ho visto cambiamenti importanti nelle persone che ho seguito: le ho viste affidarsi ad avvocati non aggressivi, abbassare il livello di conflitto con l’ex coniuge, smettere di strumentalizzare i figli. E anche capire che, se uno dei due partner si rifà una famiglia, non è detto che la convivenza dei bambini con il nuovo compagna o la nuova compagna del papà o della mamma, così come i fratelli e le sorelle acquisite, andrà per forza andare male”.

Info e iscrizioni
Università per gli adulti “Salotto magico: arte, scienza e fantasia” –  Modena
Tel. 331.9069870 – e-mail: salottomagico@alice.it
www.salottomagico.net

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