La dislessia non è una malattia. Ma è un problema che uno si porta dietro tutta la vita. E che si può imparare a gestire. Come ha fatto Elisa Giovanardi, una 19enne di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, che ha migliorato di molto la sua vita grazie alla passione per la lingua giapponese.
La sua storia è raccontata da La Gazzetta di Reggio: la ragazza è reduce da un’esperienza all’Istituto di storia e cultura di Kyoto, dove è rimasta sei mesi per perfezionare la lingua, il cui studio l’ha aiutata a superare molti dei problemi causati dalla dislessia: “Il giapponese, per questioni fonetiche e sintattiche, è una lingua semplice da affrontare anche per chi, come me, è dislessico – ha detto. In Giappone, forse proprio per le caratteristiche della lingua, ci sono pochissimi dislessici. Però, quando ho segnalato il problema, hanno predisposto tutto con la massima cura; ho avuto il tempo di fare gli esami secondo le mie esigenze e ho avuto ottimi risultati”.
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Commenti:
Sono un’ insegnante della lingua giapponese, residente a Como. Ho uno studente che soffre da Dislessia. Vorrei sapere di più informazione come Elisa Giovarardi, Elisa, un calcio alla dislessia grazie alla lingua giapponese 16 nov2016 ha imparato la lingua giapponese.
grazie mille in anticipo
Ciao studio giapponese, anch’io. E anch’io ho delle difficoltà nella lettura, pospongo, suoni, lettere, parole ecc, quindi potrei esserlo anch’io, anche se non mi è stato diagnosticato nulla, cioè non abbiamo mai indagato oltre, ma trovo parecchio riscontro. Per es. admin lo scrivevo come adim. Infatti, anche per me la lingua giapponese mi risulta più facile dell’italiano, specialmente i kanji, i caratteri sillabici mi risultano più semplici, rispetto all’alfabeto. かんじが大好きです. A differenza di Elisa, personalmente, rifiuterei ogni tipo di agevolazione, tipo più tempo per svolgere l’esercizio ecc, perchè so di potercela fare benissimo da sola, con i tempi normali. Per me è una sfida con me stessa. Ora mi sto preparando per l’N5. Quindi ti consiglierei, di chiedere al ragazzo/a come vuole essere tratto. A me personalmente, non piacerebbe essere trattata diversamente penso: se gli altri ce la fanno, perchè non ce la posso fare anch’io? Con i tempi stretti, tempi normali. Questo è il mio punto di vista. Personalmente, preferirei che con me foste severi, che mi faceste ripetere 50 volte, questa strategia per me funziona, con lo sforzo me la sono sempre cavata. Dipende dalla persona.
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