Ecco perché i nostri figli non mangiano le verdure

pappa svezzamento bambinoIl rosso sì, il verde no. Via libera con il primo e stop con il secondo. Esattamente all’inverso rispetto al codice della strada. Eppure funziona così: sono questi i segnali che il nostro cervello riceve ed elabora di fronte ai colori dei cibi. E quindi: attrazione per quelli rossi, diffidenza per quelli verdi. La scoperta si deve ad uno studio della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste appena pubblicato sulla rivista Scientific Reports e spiega, almeno in parte, la tradizionale avversione dei bambini per bietole, spinaci, lattughe e tutti quegli ortaggi che solo alla vista non piacciono, senza neanche assaggiarli. Presente il “Non mi piace!-;Ma almeno assaggialo!”?

La spiegazione in realtà risale alla notte dei tempi: si tratta, dicono gli scienziati, di un meccanismo ancestrale, sviluppato ancora prima della scoperta del fuoco. “Nei cibi naturali, non processati, il colore è un buon predittore dell’apporto calorico – rende noto Francesco Foroni, ricercatore della Sissa e primo autore dello studio -. Più un cibo tende al rosso e più è probabile che sia nutriente mentre quelli verdi tendono a essere poco calorici”. La riprova è stata data dai partecipanti al test. Inoltre la prevalenza del rosso sul verde vale solo in campo alimentare e non è apprezzabile con oggetti non commestibili. La ricerca introduce elementi che potrebbero servire nel campo della dietologia e nella lotta all’obesità. In ogni caso, oltre che per capire i capricci dei più piccoli, può essere utilizzata per dare un senso ulteriore alla tentazione di Eva per la mela e all’inganno della strega nei confronti di Biancaneve.

P.S. Se la mamma è una brava cuoca, riesce a ‘coprire’ il verde delle verdure con il rosso del sugo: ecco il barbatrucco!

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