Novità sui maestri di danza, Elena Casadei: “Tanto studio e gavetta. E adesso?”

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Elena Casadei

“Ritengo positivo mettersi al lavoro per regolamentare la figura del maestro di danza, ma la questione è come lo si fa. Chi decide chi mi deve valutare? Le realtà della danza sono molteplici e differenti, così come gli approcci pedagogici. Sarebbe auspicabile che venissero tutti equamente rappresentati in un tavolo di lavoro”. È perplessa Elena Casadei, classe 1978, rinomata danzatrice, coreografa e insegnante ravennate. Perprlessa di quello che sarà dopo che la Regione Emilia-Romagna ha inserito, nel repertorio delle qualifiche, quella di “maestro di danza”. Un passo segnato dopo mesi di firme raccolte e richieste secondo il movimento creato dall’insegnante faentina Rosanna Pasi, presidente della Federazione nazionale associazioni scuole di danza con sede a Castel Bolognese, la cui “vittoria” rappresenta il primo caso del genere in Italia.

In attesa che si decida quali saranno gli enti accreditati per rilasciare il titolo di maestro di danza e come si agirà rispetto a chi l’insegnante lo fa già (sulla base di esperienze e curriculum formativi e professionali diversi), Casadei – pur riconoscendo che la battaglia di Rosanna Pasi ha un obiettivo nobile, quello di mettere regole in un settore che non le ha mai avute finora – si è posta numerose domande. E lo ha fatto a partire dal proprio caso personale, emblematico degli ostacoli che potrebbe incontrare, paradossalmente, per chi ha una formazione non tradizionale, come lei.

“Le vere domande – si chiede Casadei – sono: come ci si porrà di fronte a maestri che insegnano già da molti anni nel settore? Dovranno certificarsi anche loro? E di fronte a chi porta avanti percorsi pedagogici alternativi? Io ad esempio mi sto confrontando con i maestri fondatori di discipline come la Contact Improvisation e la Release, rivolte ad allievi molto giovani. Quali sono i parametri di riferimento rispetto a tecniche che sono in costante evoluzione? Le visioni della danza saranno tutte equamente rappresentate?”.

La danzatrice ravennate, che lavora all’Officina delle arti di Cesenatico e, a Ravenna, alla Torre e all’Accademia del Musical, ha per esempio una laurea triennale in Psicologia a Bologna, oltre ad aver studiato un anno alla facoltà di Pedagogia di Colonia: “Ho anche ottenuto il ‘Bachelor of Dance’ alla facoltà di Artez in Olanda, formandomi con quelli che sono considerati i fondatori di alcune discipline che oggi insegno.”. Ma Casadei, nonostante il curriculum, ha già incontrato, sulla propria strada, degli impedimenti: “Al liceo coreutico musicale, in Italia, io non posso insegnare, nonostante abbia un titolo, ottenuto in Europa, equiparabile a quello dell’Accademia Nazionale di Roma. Per farlo dovrei tornare a studiare per un determinato periodo all’Accademia Nazionale. Un paradosso che spero non si ripeta ora, con la novità che vuole implementare la Regione”.

Uno dei timori è che, per essere riconosciuta maestra di danza, Casadei non vedrà riconosciuti i suoi titoli all’estero: “Io ho già studiato molto, lavorato altrettanto. Devo fare un’ulteriore certificazione ? Quanto costerà? So che molti si improvvisano insegnanti e aprono scuole. Questo non va bene. Ma bisogna stare molto attenti a come verrà implementato il tutto”.

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Commenti:

  1. Tenendo conto che il mestiere di maestro di danza secondo me prevede una parte di dote innata ,certamente non si puó prescindere dal fatto che il soggetto non abbia conseguito un curriculum professionale .Ció di fatto ritengo che vista la giungla di situazioni ,la giunta Emiliana abbia stabiliti termini troppo restrittivi per il conseguimento del diploma .Comunque da parte del ministero dovrá esser fatta chiarezza sui titoli da elargire

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