Misteri della giustizia italiana. Lo avevano arrestato a fine 2015 con l’accusa di pedofilia, era stato prontamente condannato a 3 anni e 4 mesi con lo sconto di pena di un terzo grazie al rito abbreviato e adesso è tornato sul luogo del delitto: come se nulla fosse l’uomo, 50 anni, ha ripreso il suo mestiere ed è di nuovo alla guida dello scuolabus sulla quale aveva molestato (almeno) tre ragazzine. Succede a Bolzano dove la decisione di rimettere l’autista al proprio posto ha scatenato la, comprensibile, rabbia dei genitori.
Come raccontano le mamme al quotidiano Alto Adige, la cosa che fa più male “è vederlo di nuovo alla guida dello scuolabus: a stretto contatto con delle ragazzine che hanno l’età delle nostre figlie, quando ha cominciato a molestarle. Segnando, probabilmente per sempre, la loro vita”. E se l’avvocato dell’autista preannuncia ricorso precisando che la condanna non è definitiva, i genitori delle piccole vittime ricordano l’esistenza di 4mila messaggini di cui alcuni corredati da foto di parti intime, gli atti di autoerotismo compiuti davanti ad un’adolescente, gli abbracci, gli sfregamenti, il ricovero in una comunità terapeutica. Un quadro che per i genitori tratteggia “una persona malata: deve essere curato”.
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