La cifra è spaventosa e le conclusioni sono destinate a fare discutere ma chi ha condotto la ricerca è sicuro: fino al 90% delle diagnosi di cancro alla tiroide sono inutili e vengono fatte su tumori che non darebbero nessun problema di salute anche se non trattati. Il campione utilizzato per giungere a questo tipo di conclusione è vastissimo (si tratta dei registri dei tumori di 12 Paesi industrializzati, fra cui l’Italia) e gli autori più che qualificati: a condurre lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, è stato lo Iarc, l’agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità per la ricerca sul cancro.
In totale, fra il campione preso in esame, si stima che vi siano state almeno 470mila donne e 90mila uomini con una diagnosi inutile. “La maggior parte delle sovradiagnosi portano ad una tiroidectomia totale, e spesso anche ad altri trattamenti pericolosi, come radioterapia e dissezione del linfonodo del collo – spiega Silvia Franceschi, uno degli autori -, senza benefici provati in termini di sopravvivenza”. In particolare in Italia le cosiddette sovradiagnosi rappresentano l’80% fra le donne e il 70% fra gli uomini.
Per questi motivi l’Iarc, come riporta l’Ansa, “sconsiglia screening a tappeto per questo tumore, e suggerisce una ‘vigilanza attiva’ su quelli a basso rischio, prima di iniziare trattamenti invasivi”.
Forse, allora, si sentirà un minimo rinfrancata la signora feraarese che nei giorni scorsi, come racconta la Nuova Ferrara, allo sportello del Cup dell’ ospedale di Cona ha prenotato un’ecografia alla tiroide, come richiesto dal suo endocrinologo. “Il primo appuntamento disponibile è il 26 giugno 2018″, si è sentita rispondere. Fra due anni.
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