La valigia per le vacanze: lei fa la lista, lui il pressapochista

Baby in Travel Suitcase. Kid inside Luggage Packed for Vacation Full of Clothes, Child and Family Trip

Perché non hai ancora preparato la valigia?
La domanda ti coglie alle spalle mentre ti stai facendo la barba, nonostante il forte mal di testa che ti attanaglia.
Ti giri con mezza faccia ancora schiumata e abbozzi un perché che rimane sospeso.
Perché fai sempre le cose all’ultimo, tanto ci sono io che penso a tutto, completa lei.
Con un guizzo diplomatico ammetti che è vero che pensi a tutto lei, e con coraggio fai notare che alla partenza mancano ancora tre giorni.
Non è vero, non sai nemmeno contare con le dita, ribatte lei, in evidente stato di ansia.
Allora tu fai cadere il giovedì sul pollice, il venerdì sull’indice e il sabato sul medio.
Tre, ribatti.
No, mio caro. Sabato partiamo a metà mattina e dobbiamo essere in aeroporto almeno due ore prima, quindi sabato è come se non ci fosse.
Dato che quando usa “mio caro” la tempesta è vicina, ammetti che ha ragione senza ribattere oltre e continui a raderti.

Passano trenta secondi e lei si ripresenta con un quindi, di una perfidia che nemmeno una professoressa di greco zitella.
Scambio di sguardi: perplesso il tuo, belligerante il suo.
Quindi finisco di farmi la barba e poi mi ci metto.
Facile così, ribatte lei.
Ti sembra di essere entrato in un incubo.
Lei aspetta solo che tu le chieda il perché per vomitarti addosso tutto.
Sei tentato di startene zitto. Poi pensi che il silenzio la farebbe incavolare ancora di più.
Quindi cedi.
Perché?
Come perché?

Ecco arriva LA LISTA, pensi. E così è, infatti.
Mentre tu devi pensare solo al numero di mutande da portare, io ho già imbustato i vestiti per il giorno e quelli per la sera sia per me che per i bambini, io ho preso su qualcosa di più pesante se fa freddo per me e per i bambini, io ho fatto la cernita dei giocattoli che a loro piacciono di più per non farli annoiare nei tempo morti.
Tu ci avevi pensato a quali giocattoli portare?
Scuoti la testa.
Ci credo, perché ci penso io. Io ho preparato l’itinerario per i giorni di vacanza e io ho già individuato i posti in cui potremmo andare a mangiare.
Tu ci avevi pensato che il nano non mangia i latticini?
Scuoti di nuovo la testa.
Ci credo, perché ci penso io. Poi ho preparato una cartellina in cui ho messo biglietti, carte di identità e mail delle prenotazioni.
Non ti eri chiesto perché la tua carta di identità era sparita dal tuo portafoglio.

Scuoti la testa di nuovo però un po’ sei sollevato perché pensavi di averla persa. A quel punto, quindi, era stato inutile farsi la barba per la fototessera.
Ah bravo, non te ne eri nemmeno accorto, sottolinea lei.
Volevo dire sì, provi a metterci una pezza tu.
Se fosse per te, faremmo le vacanze al piano di sotto da tua madre.
Lasci decantare la frase e con tono pacato provi a cambiare argomento.
Scusa, tesoro, è da stamattina che cerco un oki per il mio mal di testa. Sai per caso dove sono andati a finire?
Dove vuoi che siano?
Nell’armadietto non ci sono e sono sempre stati lì.
No, tu non te ne sei accorto ma da una settimana non nel beauty dentro la valigia.

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