Nonostante il titolo del suo libro “I maschi son così. Penelope si è stancata” (Piemme), la psicoterapeuta Maria Rita Parsi, è ottimista: “Le donne devono prendere consapevolezza della propria infelicità e assumersi la responsabilità del cambiamento. Dico loro: quello che determinate con la vostra presenza e con il vostro corpo è determinante per una rivoluzione del maschile. In Romagna Parsi, tra le altre cose, è stata ospite del festival “Donne verso il mare aperto” e della rassegna di Marina Romea (Ravenna).
Professoressa, al perdurare e crescere del narcisismo maschile maligno contro cui il suo libro si scaglia contribuiscono anche le donne? In che modo?
“Le donne sono la radice prima dell’esperienza di ogni essere umano. Se questo loro peso non viene adeguatamente valutato, nulla può cambiare. Per un motivo culturale millenario, alcune donne continuano a sostenere l’atteggiamento di sopraffazione e controllo del corpo da parte degli uomini. Una spirale che va interrotta e che, davanti alla dilagante violenza sulle donne, mi fa dire che sono le donne a dover prendere in mano la situazione. Ora più che mai. Sennò è a rischio il futuro”.
L’accettazione della propria fragilità, da parte dell’uomo, come primo passo verso una rivoluzione umana: che cosa ostacola questo passaggio?
“Oltre al discorso educativo e culturale, lo ostacola l’angoscia di morte. Che arriva all’apice quando l’uomo, invece che accettare il fatto di dover cambiare, pensa: ‘Morirò io e morirete tutti’. L’autodistruzione diventa distruzione di tutti quando l’uomo, anziché provare rispetto per la donna che può dare la vita, ovviamente con il contributo maschile, decide di diventare signore della morte”.

“Gli uomini abbandonano ma non accettano di venire abbandonati”, dice Irina. “Le madri decidono come saranno da grandi i loro figli maschi”, dice Melania. Qual è la responsabilità educativa che oggi le mamme hanno verso i loro bambini maschi?
“Le mamme di figli maschi sono modelli al pari di quelle che hanno figlie femmine. Ma credo che le prime debbano avere un occhio di riguardo in più, smettendola di sostituire i figli ai partner quando il loro matrimonio è fallimentare, rendendoli prigionieri della loro infelicità, seducendoli tanto da trattenerli. Ci sono madri disperate che trasformano i figli in braccia armate della loro vendetta”.
C’è un fattore culturale che impedisce alle donne di liberarsi da uomini soggioganti e maschilisti, che fa considerare loro quasi normale quelle situazioni di sopraffazione?
“Purtroppo sì, anche se non per tutte. Ecco perché dico che tocca alle donne, partendo dall’educazione al rispetto impartita ai figli”.
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