Ci sono diverse cose che in questi anni, a furia di leggere, scrivere, raccontare, riflettere sui bimbi dimenticati in auto mi sono venute in mente. Una, tra tutte, torna a rimbombarmi nella testa. L’equazione: genitori uguale esseri perfetti.
I perfetti ovviamente siamo … tutti noi. E non solo e tanto perché ci sentiamo perfetti ma perché è la società che ce lo impone. Già dai primi mesi di gravidanza veniamo messi di fronte a libroni di centinaia di pagine su ‘come essere genitori perfetti’. La mamma incinta sorride serena. In tutte le pubblicità è felice, bella, solare e riposata. Il dubbio, insomma, che da quando quella pancia inizierà a crescere, insieme alla vostra voglia di tenere in braccio il vostro frugoletto, qualcosa potrebbe essere più difficile del solito non ve lo insinua nessuno.
E così si va avanti, con la convinzione che genitori si nasce, mica si diventa. E’ una sorta di dono divino. Siamo tutti nati genitori perfetti. Anzi, lo eravamo già prima di nascere.
Per questo motivo nessuno oserebbe mai pensare, figurati dire: “Attenta, se sei stanca fatti aiutare”. Oppure, “attenta, se dopo tanti notti insonni inizi ad essere un po’ intollerante al bambino, prenditi una pausa”. Una passeggiata, un the con le amiche, quattro chiacchiere. Stacca. Eh sì, ho scritto proprio questo: intollerante al bambino. Non venitemi a dire che dopo dieci notti insonni a nessuno di voi ha sfiorato la mente il pensiero: “Chi me lo ha fatto fare?”. Anche sola mezza volta.
Con questo, non voglio assolvere dalle sue colpe un genitore che dimentica un bambino in auto. Voglio accusare la nostra società di come ci ha portati fino a qui: a dover mettere una borsa sul sedile posteriore perché quella non te la scordi, il pupo sì.
Quindi, cari neo genitori che passate di qui, una cosa ve la voglio dire, senza spaventarvi : ci sono nove possibilità su dieci che dal giorno della sua nascita in poi, il sorriso spensierato di chi vive tra le nuvole per la gioia dell’attesa di un bebè vi passerà dopo tante notti insonni. E vi tornerà, forse, parecchi anni dopo. Il mestiere di genitore è meraviglioso ma difficile. E, soprattutto, per niente scontato. Nessuno ci è nato in questi panni. E quello che proverete, come genitori, sarà spesso un alternarsi di sentimenti tra la nostalgia della libertà che avrete perso (per sempre), l’amore pazzesco, l’ansia, la paura, l’estasi.
Qualcuno a caratteri cubitali sul vostro percorso di crescita come genitori dovrebbe metterci un cartello: se siete stanchi, chiedete aiuto. E’ meglio un genitore imperfetto oggi, che un genitore disperato domani.
In questo articolo ci sono 2 commenti
Commenti:
Condivido assolutamente forma e sostanza di questo articolo!
Concetto ben descritto ,sembra che oggi chiedere aiuto sia sinonimo di debolezza, non è ancora ben chiaro che se si prendesse la consapevolezza di ciò, succederebbe meno disgrazie ,saremmo genitori migliori , avremmo figli più felici ,adolescenti meno problematici..
Il lavoro più grande ,più difficile? Ammettere che a volte TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI AIUTO! !!
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