Centri per le famiglie e dispersione scolastica: in arrivo 33 milioni

famiglia, mamma, papà, figliLa Regione Emilia-Romagna destinerà 33 milioni di euro a sostegno dei servizi sociali e sociosanitari sul territorio, a partire da quelli per l’infanzia e le famiglie, ma anche per interventi a favore dei minori, per contrastare la dispersione scolastica, per favorire l’integrazione sociale degli immigrati, per contrastare la povertà estrema.

E’ la ripartizione del Fondo sociale regionale per il 2016, presentata ieri dalla Giunta in Commissione politiche per la salute e politiche sociali dell’Assemblea legislativa.

 

Buona parte delle risorse regionali per il 2016, 15,6 milioni di euro, sono destinate a finanziare il Fondo sociale locale rivolto ai Comuni o loro Unioni per i servizi sul territorio. L’obiettivo è sostenere in particolare i progetti di contrasto alla povertà estrema e all’impoverimento generato dalla crisi economica, a contrastare l’esclusione sociale, a favorire l’integrazione sociale degli immigrati, per offrire sostegno alle famiglie.

I restanti 2,7 milioni di euro (dei 18 milioni di provenienza regionale), sono invece a disposizione dei soggetti pubblici che fanno parte del Progetto regionale Oltre la Strada (210 mila euro), che da anni realizza interventi di assistenza e integrazione sociale delle vittime di tratta, sfruttamento e riduzione in schiavitù, e ai Comuni sede di carcere (Bologna, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Forlì, Ravenna, Rimini), per realizzare programmi di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti e migliorare le loro condizioni di vita in carcere (550 mila euro).

In primo piano anche l’impegno per rafforzare la rete dei Centri per le famiglie regionali (754 mila euro, dei quali 400 mila euro regionali e 354 mila euro statali) per sostenere e promuovere il benessere delle famiglie, specialmente quelle con figli minori.

Il provvedimento prevede inoltre lo stanziamento di 1 milione di euro da ripartire tra i Comuni o Unioni di Comuni, per facilitare l’uso del trasporto pubblico locale da parte di persone fragili da un punto di vista sociale, prestando particolare attenzione alle famiglie con più di quattro figli e a basso reddito.

Il provvedimento sarà operativo dopo l’approvazione da parte della Giunta regionale.

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