Ufficiale: l’olio di palma contiene elementi tossici e cancerogeni

Olio di palmaChissà come l’hanno presa le multinazionali delle merendine che qualche tempo fa hanno sborsato fior di quattrini per fondare “l’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile” (il nome però suona bene, bisogna ammetterlo) e inondare di pubblicità tv e giornali per ribadire che i loro prodotti anche se usano questo tanto grasso tropicale sono genuini e non fanno male. Fior fiore di marchi come Ferrero (con la sua celeberrima e tanto criticata Nutella), Unilever, Nestlé e la romagnola Unigrà alleati per una campagna propagandistica senza precedenti. Eppure, a fronte di queste comunicazioni di azienda, adesso si staglia netto un dossier scientifico di 160 pagine che raccoglie uno studio decennale, preciso e documentato proprio sull’olio di palma. La conclusione del documento la mette l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare: l’olio di palma non fa bene. Anzi, contiene sostanze tossiche e fa proprio male. Soprattutto ai bambini che lo assumono tramite merendine, snack e cibi industriali confezionati.

Un sigillo autorevole che porta l’Efsa a consigliare di evitare il consumo eccessivo di olio di palma. Questo grasso tropicale, pur essendo vegetale, va considerato come ‘saturo’ perché, di fatto, ha la stessa composizione di un grasso di origine animale e gli identici effetti dannosi sul sistema cardiovascolare. In particolare il dossier ha evidenziato che l’olio di palma contiene tre sostanze tossiche: cioè l’estero glicidico degli acidi grassi (GE, classificato come genotossico e cancerogeno), del 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) e del 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi. Si tratta di sostanze contenute anche in altri oli vegetali e margarine, ma in maniera molto meno significativa (da 6 a 10 volte in meno).

Da qui l’avvertimento dell’Efsa: evitare o moderare di molto il consumo di prodotti alimentari con olio di palma, un consiglio che vale soprattutto per bambini e adolescenti. E se, come ricorda la stessa Efsa, la quantità di GE negli oli e grassi di palma è stata dimezzata negli ultimi cinque anni, in Italia il consumo di olio di palma nell’ultimo quinquennio è quadruplicato. L’ultima cautela, poi, è valida per l’olio di palma e per qualsiasi altra sostanza contenuta nei prodotti alimentari: leggere sempre l’etichetta. Senza dimenticare che anche l’Istituto superiore di sanità lo scorso 26 febbraio ha indicato un eccesso di assunzione di acidi grassi saturi nei bambini (+49%) dovuto in misura rilevante all’uso generalizzato dell’olio di palma.

Tra i primi a lanciare l’allarme contro l’olio di palma (nonché una petizione di successo) c’è stato il sito specializzato Il Fatto alimentare: “La stima di 12 grammi di olio di palma al giorno presenti nel piatto degli italiani (dato fornito dalle stesse aziende) è inquietante – fa sapere il Fatto alimentare -. Per un ragazzo arrivare al limite non è difficile, bastano mangiare a colazione cinque biscotti tipo Molinetti Mulino Bianco Barilla (ognuno contiene circa 2.5 g di palma e 0,4 g di burro)”.

Le preoccupazioni per la salute si sommano a quelle per l’ambiente considerato che le coltivazioni sono ritenute responsabili di deforestazioni e di alterare l’equilibrio di flora e fauna in svariate parti del mondo, Asia e Africa in primo luogo. Per questo, alla faccia delle aziende sempre a caccia di profitti, le campagne di sensibilizzazione negli ultimi tempi si sono moltiplicate e qualche effetto positivo c’è stato: ad esempio la Plasmon è finita nell’occhio del ciclone, si è pentita ed ha comunicato di avere tolto l’olio di palma dai suoi biscotti. Ma la battaglia per la tutela della nostra salute e di quella dei nostri figli è ancora lunga.

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Commenti:

  1. Complimenti. Peccato che il burro ne contenga di più. Andatevi a leggere lo studio per intero, invece di fare disinformazione.

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