
Nessun catering sulla spiaggia, nessuna cerimonia riservata ad amici e parenti. Manuel Leopardi e Marco Giampreti si “sposeranno” durante il Summer Pride di Rimini, alla fine di luglio. Una proposta arrivata alla coppia, insieme da vent’anni esatti, da parte di Marco Tonti, presidente dell’Arcigay provinciale, che sapeva del desiderio dei due di formalizzare la loro unione e ha così lanciato l’idea. Non si tratterà, ovviamente, di un matrimonio vero e proprio come i due avrebbero desiderato ma di un’unione civile, così come previsto dalla legge approvata una settimana fa.
Manuel ha 42 anni, è di Anzola dell’Emilia e ha conosciuto il compagno, 44 anni, della provincia di Pesaro, proprio sulla riviera romagnola: “Dopo poco mi sono trasferito a Rimini per raggiungerlo e siamo andati a convivere quasi subito. Comunicarlo alla mia famiglia non è stato difficile. Anche se non avevo mai esplicitato la mia omosessualità ai miei genitori, mia mamma aveva capito tutto. Avevo smesso da un po’ di portare a casa pseudo-fidanzatine e mi presentavo, più spesso, con amici maschi. Tra cui il mio migliore amico, conosciuto durante il servizio militare, anche lui omosessuale: nel percorso di coming out era più avanti di me e mi ha fatto da guida. L’apertura che ho trovato a casa mia continua a essere sorprendente ancora oggi: la prima volta che io e Marco siamo andati a dormire dai miei, mia mamma con grande naturalezza ci ha detto che avremmo dormito nel letto matrimoniale suo e di papà”.
Manuel e Marco sono entrambi infermieri: il primo lavora in direzione sanitaria all’ospedale di Rimini, il secondo – sempre per conto del’Ausl Romagna – nelle case della salute sparse per il territorio. Nei primi anni della loro relazione, è capitato di pensare a un figlio. Ma poi, grazie anche all’arrivo del nipote di Manuel, oggi 13enne, il desiderio di paternità è stato accantonato: “Questo non significa che non ci interessasse la parte della legge sulle unioni civili legata alla stepchild adoption. Al tempo stesso, però, in Italia siamo arrivati talmente lunghi nel riconoscimento dei diritti civili che crediamo fosse giusto firmare almeno qualcosa”.
E Manuel e Marco ne approfitteranno nell’immediato: “Saremo senz’altro una delle prime coppie a contrarre l’unione civile. Lo facciamo in parte per coronare la nostra storia d’amore, in parte per essere un minimo tutelati. A livello sanitario, quando è capitato di avere qualche problema, non siamo mai stati discriminati ma lavorando in ospedale, la strada per noi è stata spiantata. Tutto il resto, finora affidato al buon senso o al caso, adesso avrà invece una cornice legale”.
Anche se non sono mai stati molto attivi nel movimento Lgbt, Marco e Manuel quest’anno avrebbero partecipato comunque al Pride di Rimini, “matrimonio a parte”: “Averlo in casa è una novità importante, non saremmo mai mancati. D’altro campo la palla di Arcigay andava presa al balzo. In questi anni insieme, pur viaggiando molto in roulotte, anche all’estero, non abbiamo mai voluto sposarci: un po’ perché il nostro matrimonio non sarebbe stato riconosciuto in Italia, un po’ perché crediamo che i gesti simbolici si facciano a vent’anni, non dopo”.
Non resta che andare a scegliere l’abito per la “cerimonia di strada”: “Ci vestiremo sicuramente eleganti”.
In questo articolo ci sono 3 commenti
Commenti:
Grazie mille del bellissimo articolo Silvia!!!!!!
:-*
Tanti in bocca al lupo, perché siano sempre felici e rispettati
FINALMENTE ANCHE IN ITALIA SI INZIANO A VEDERE ARTICOLI SULL’ AMORE GAY..
VI AUGURO TANTO AMORE!!! SIATE FELICI!!!! Vi ABBRACCIO!!
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