Lorenza, la mamma in carrozzina vince una grave malattia: “Ora mi butto in politica”

Lorenza Molari
Lorenza Molari

La sua storia ha fatto commuovere, in questi tre anni, moltissimi lettori. Lorenza Molari, 45 anni, è energica come nel maggio del 2013, quando ci aveva raccontato che cosa significa essere una mamma in carrozzina. Lo è nonostante stia uscendo ora da un “calvario di un anno e mezzo”. Quello legato a un’osteomielite ossea a causa della quale ha subito otto interventi chirurgici, numerosi ricoveri e day hospital e cicli di antibiotici. Una malattia che ha affrontato con la forza di sempre, prima di ricevere una proposta da Sinistra per Ravenna, la lista con cui ora si candida al consiglio comunale alle amministrative di inizio giugno.

Il suo impegno civico è tutto sul fronte dei diritti delle persone considerate di serie B: “Disabili, anziani, bambini, famiglie in difficoltà”. Perché dei problemi principali che li riguardano, ne ha piena consapevolezza: “Sono paraplegica dal 1989, quando mi investì una macchina. So che cosa significa incontrare ostacoli di ogni tipo quando giri per una città. Conosco le esigenze degli anziani, spesso il sabato sera accompagno i miei suoceri al centro ‘Il Desiderio” di Lido Adriano: aiutarli mi piace e mi stimola. Marco, mio marito, un anno fa è rimasto a casa dall’azienda metalmeccanica in cui lavorava: nel giro di una settimana ha trovato un nuovo impiego ma nel contratto attuale ha meno tutele di prima, oltre a uno stipendio più basso”.

Lorenza, invece, rientrerà al lavoro, all’ufficio tecnico dell’Asl, tra un mese: “Non sono ancora in forma al cento per cento ma ho voglia di ripartire. Nell’ultimo anno e mezzo Chiara, la mia bambina di 10 anni e Matteo, il figlio di mio marito, che adesso ha 17 anni e vive con noi da quando ne aveva tre, hanno perso il loro punto di riferimento. Voglio tornare la mamma di prima, presente e attiva, sebbene tutte le difficoltà”.

Anche economiche, certo: “Per abbattere le barriere architettoniche di casa abbiamo speso circa 150mila euro. Cifra che in parte deve tornarmi indietro grazie agli incentivi. Che però, quanto all’erogazione, sono fermi al 2010. Sono cose inaccettabile per chi già vive, come me, in una situazione di svantaggio sociale”. Per non parlare, poi, delle lungaggini del sistema-giustizia: “Poco distante da casa mia, sono proprietaria di un lotto di terreno edificabile di 500 metri quadri che è stato intercluso: ci hanno costruito intorno, su tutti e quattro i lati. E di fatto non posso accedere. Ma la causa civile è ferma da 25 anni. In Italia le leggi ci sono, e sono anche fatte bene. Il problema è che vengono male applicate o scavalcate. E nei fatti, risultano non rispettate”.

Il sogno di Lorenza, ora, è di mettere definitivamente un punto all’infezione ossea che non l’ha fatta vivere per molti mesi. E di dare un contributo alla sua città.: “Mi interessano in particolare le famiglie, molte delle quali hanno preso la dignità a causa dei problemi finanziari e lavorativi. Vorrei anche che si investisse di più nel campo dei nidi e delle scuole dell’infanzia, che in termini orari devono andare in contro alle nuove esigenze di flessibilità. E poi sogno sempre più case-famiglie, anche per le persone disabili e con deficit: luoghi da far nascere ex novo, laddove ci sono – e ce ne sono tanti – edifici non utilizzati”.

 

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