Invidia canaglia: la vita del vicino è sempre più bella

nanna, neonatoAccade sempre quando le borse della spesa ti stanno tagliando le dita per il loro peso, stai sudando a dirotto e trattieni la pipì da due ore. Ecco, proprio in quelle giornate dall’ascensore esce la vicina di casa con il figlio in braccio. Dal ‘ciao’ con la o allungata che si scambiano, capisci che entrambe hanno voglia di parlare. Occhi al cielo, occhi a terra, respiro profondo e irrigidimento della mascella. Trasformi il ‘porca-miseria-non-ci-voleva’ che hai scritto in faccia, in un granitico sorriso di circostanza.

Dopo il ‘come-va-tutto-bene’ di rito, parte il quiz vero e proprio.
Mangia?
Si, per fortuna.
No, solo se mi metto sotto al tavolo e sbuco fuori facendo l’aeroplano.
Ma il tuo mangia tutto tutto?
Quasi, forse è leggermente intollerante al latte.
Il mio quasi niente, forse è vegano.
E dorme?
Ci sono notti in cui fa la tirata, altre in cui si sveglia in continuazione. A volte ci mettiamo a giocare con i lego alle due di notte.
Il mio di notte è un diavolo. Non dormo da venti mesi, ho più rughe di mia nonna Ubalda.
Ci vuole pazienza.

Io la finisco subito.

Tu quanto l’hai allattato?
Lo allatto ancora prima di addormentarlo, anche se mi morde i capezzoli. A volte faccio degli urli che lui si spaventa e non dorme più.

Se la ridono, mentre tu rimani ancorato alla parola capezzolo.

Io, invece, l’ho allattato quindici minuti, poi latte artificiale. Mi era venuta una tetta dura come una palla da bowling e gliel’ho data su.

Ridono ancora. Tu sei passato ad un vago concetto di tetta e appoggi le borse della spesa.

Non le appoggiare che poi si rompono le uova. Adesso andiamo.

Annuisci.
Lo mandi all’asilo?
No, sta ancora con i nonni. Ho paura che si ammali. Che poi si è ammalato lo stesso, perché i nonni sono spesso malati.
Lui ci va da quando ha sei mesi. Il primo anno, in effetti, si è ammalato spesso, però è lui che è cagionevole, perché la sorella nei primi cinque anni si è beccata solo qualche raffreddore.
C’è la varicella in giro.

Per fare il simpatico ti guardi intorno cercando la varicella, ma nessuno ti considera.

Speriamo la prenda così ci liberiamo.
Speriamo che non la prenda che non ho voglia di chiudermi in casa con ste belle giornate.
Lui ti aiuta?
E’ bravissimo. Cucina praticamente tutti i giorni. Ama stirare e poi mi fa le sorprese.
Lui non fa una mazza. Arriva a tavola apparecchiata. È un casinista. Però mi fa le sorprese, nel senso che si dimentica di dirmi le cose.
Non c’è niente da ridere, c’è da vergognarsi.

Tu stavi sorridendo ancora per la gag della varicella che nessuno aveva colto.

Meglio andare, dice Lei stizzita.

Era meglio non fermarsi proprio.

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