Una mappa antica proveniente da una tipografia e alcuni soldati austriaci che inseguono Giuseppe Garibaldi. Non si tratta di un film storico o di un testo scolastico, ma di ‘Garibaldi: La Trafila’, un gioco da tavolo realizzato dal game designer Gabriele Mari, che lavora per la Sir Chester Cobblepot, una casa di produzione ravennate di giochi di qualità. “E’ un gioco del 2007 – racconta Mari – realizzato in occasione del bicentenario della nascita di Garibaldi che rievoca il suo passaggio nelle nostre terre, mentre scappava dagli austriaci dirigendosi verso Forlì. E’ una variazione del gioco di Scotland Yard, ma dal sapore locale, dove all’interno della scatola si trova un tabellone, delle pedine raffiguranti dei militari austriaci e il rivoluzionario italiano che di fatto non appare mai, ma rimane per tutto il tempo nascosto dietro uno schermo segnando in segreto i numeri delle caselle del tabellone che attraversa”.
La storia, gli eventi storici e la geografia sono le tematiche che molto spesso Gabriele utilizza nella realizzazione dei suoi giochi che cura dall’idea al prototipo, talvolta su commissione e altre volte per dare sfogo alla sua creatività. “Siamo abituati – continua Gabriele – a considerare i giochi da tavolo un’attività per bambini. Quasi mai gli adulti ci si dedicano se non a Natale, quando ciclicamente, viene tirata fuori la solita tombola e qualche mazzo di carte. In realtà i giochi da tavola sono un motivo di intrattenimento e di condivisione molto importante sia per grandi che per piccini”. Tra i giochi d’ambientazione storica e investigativa, anche ‘Lettere da Whitechapel’ che ha come protagonista Jack lo Squartatore e i luoghi dei suoi omicidi. Un gioco che ha avuto un successo mondiale, molto amato soprattutto dal pubblico adulto.
Gabriele Mari è anche un educatore che lavora per la Cooperativa Sociale La Pieve con bambini affetti da autismo e probabilmente il suo impegno nel mondo del disagio lo ha spinto a realizzare giochi adatti a bambini con bisogni speciali. “A breve sarà pubblicato un gioco che rappresenta un vero generatore automatico di storie, ‘StoryLine – Raccontami una Storia’. Si tratta di un gioco di carte che raffigurano i principali personaggi delle fiabe ripresi da Propp, il linguista e antropologo russo che sintetizzò lo schema delle fiabe in una serie di personaggi e funzioni. Dalla scelta di alcune carte proposte segretamente dagli altri giocatori, il narratore racconta una fiaba affidandosi di volta in volta a personaggi e oggetti appartenenti all’immaginario fiabesco condiviso”. Maghi, streghe, principi, lupi, civette coadiuvati da bacchette, stivali e fagioli magici scelti dal narratore senza sapere chi tra i partecipanti li abbia proposti. Si genera così una fiaba collettiva organizzata in dieci capitoli consequenziali che stimolano la fantasia e che prendono pieghe inaspettate ogni volta diverse.
“Nell’ideazione dei giochi – continua il game designer – tento di mettere in atto un processo di tipo scientifico, procedo per prove ed errori e nello specifico, nel caso di bambini con bisogni speciali, cerco di capire dove si incagliano, dove si ferma il loro processo mentale, per scoprire che cosa li mette in difficoltà. L’autismo vive di immagini ed è per questo che è importante focalizzare l’attenzione sull’aspetto visivo. Inoltre è fondamentale scegliere poche regole chiare e lineari, eliminando gli input in eccesso che possono far distrarre o mandare in confusione. Anche nel mio lavoro al Centro utilizzo la stessa procedura ed è una grande gioia quando mi accorgo che qualcosa cattura la loro attenzione e partecipazione”.
Giochi non solo per bambini e adulti, ma anche per adolescenti che diventano un’ottima alternativa al tablet o al computer. “I giochi da tavolo ci costringono a guardarci in faccia, a interagire, a vedere le espressioni e le reazioni dell’altro, a imparare delle regole condivise divertendosi”. Gabriele Mari durante i suoi laboratori riprende anche vecchi giochi ai quali cambia le regole adattandole al contesto: “Ho condotto dei laboratori in carcere, scegliendo tra quelle attività ludiche che, più di altre, proponevano la collaborazione e nelle quali era fondamentale appianare le divergenze. Il gioco da tavolo rappresenta un’esperienza condivisa che crea un cerchio magico. E’ un’esperienza socializzante alla quale tutti possono partecipare”.
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