Mamme con le sneakers uguali a quelle delle loro bambine, genitori in veste di amici dei figli, sesso come tema sdoganato, a prescindere dalla differenza di età. Secondo lo psicoanalista Massimo Ammaniti oggi tra il mondo dei grandi e quello dei piccoli, in famiglia, non c’è confine: ne ha parlato nel suo libro “La famiglia adolescente” (Laterza) presentato in giro per tutta Italia (a Bologna all’Opificio Golinelli,in collaborazione con Associazione salute mentale infantile e Fondazione Demetrio Benni).
Ammaniti, quali sono i motivi che hanno portato i genitori a smettere di fare gli adulti?
“Sono molti, in parte imputabili al clima sociale portato dal Sessantotto. Da un mondo di responsabilità, impegno e regole si è passati a un mondo in cui la dimensione individuale è in primo piano la cultura del narcisismo è padrona: siamo tutti presi da noi stessi, dal bisogno di realizzarci e di trovare la nostra, di felicità. Questo ha cambiato lo scenario delle famiglie”.
In quali aspetti lo si nota di più?
“Nella vita familiare in generale, dove prima i genitori imponevano distanze e mettevano regole, mentre oggi non lo fanno più. E poi nella scuola: mamme e papà in passato sostenevano l’autorità dell’insegnante, al contrario di adesso, complici dei figli e sempre pronti a difenderli”.
Quali sono i rischi di questi atteggiamenti per la crescita dei bambini e dei ragazzi?
“Si crea un clima di grande invischiamento che porta a conseguenze anche estreme, come il fatto di rimanere a vivere con i genitori fino a tardi. In generale, diventare grandi in un contesto in cui i concetti di regole e responsabilità sono spariti non aiuta di certo”.
I figli, soprattutto se adolescenti, sono consapevoli di avere genitori “teenager”?
“No, non hanno termini di paragone con i modelli passati: è la loro vita, è la famiglia che si sono trovati addosso. Senza un processo di responsabilizzazione vero, nemmeno i grandi sono coscienti di essere rimasti piccoli”.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta