“Una costellazione tira l’altra, come se fossero cioccolatini da scartare”. Così Marco Garoni, presidente dell’Associazione Astrofili di Ravenna definisce la curiosità che ruota intorno al cielo e alle stelle. “Tutti, grandi e piccini, – spiega l’esperto – rimangono a bocca aperta e con gli occhi sgranati quando si tratta di osservare il nero intenso della notte”. E veramente buio e intenso è il cielo della cupola del Planetario di Ravenna (Viale Santi Baldini, 4/A) dove una volta o due al mese, di sabato pomeriggio, si tengono delle conferenze dedicate proprio ai più piccoli. Il 27 febbraio alle 16.30 sarà la volta di: “Quante stelle lassù. Il cielo della primavera”, un incontro pensato per un pubblico a partire dai sei anni, durante il quale Garoni spiegherà perché in primavera le giornate diventano più lunghe, perché c’è più luce e nel quale introdurrà i miti legati alle costellazioni più conosciute.
“Di sicuro – afferma – la parte che cattura maggiormente l’attenzione dei bambini è quella in cui, spente le luci, si illuminano piano piano le stelle. Ogni volta che accade questa magia, ci sono alcuni attimi di silenzio denso di curiosità”. D’altronde il cielo affascina l’uomo da migliaia di anni. Tra le prime pitture rupestri raffiguranti le costellazioni, ci sono quelle che sono state trovate nelle grotte di Lascaux, in Francia, e risalgono a circa 30mila anni fa. “Purtroppo oggi è quasi impossibile vedere in cielo tutte le stelle perché le luci della città ne nascondono tante, ma in cupola questo problema non esiste”.
Garoni inoltre introdurrà le principali costellazioni visibili nella nostra parte di cielo in primavera. “Le costellazioni sono un insieme di stelle raffiguranti alcune immagini che ci permettono di orientarci nel firmamento”. Diversi allineamenti di stelle che variano con il passaggio delle stagioni: “In primavera sono ben visibili, per le prime settimane Orione e i Gemelli, inoltre la costellazione del Leone, della Vergine e quella dell’Orsa Maggiore, anche se in realtà, di quest’ultima, ne vediamo solo una parte. In effetti, l’Orsa Maggiore, detta anche Grande Carro, sarebbe formata da più di sette stelle, quelle che tendenzialmente riconosciamo, ma solo sotto cieli scuri sono individuabili anche le altre”. Uncino, serpente, aquilone, cucchiaio sono tante le forme che i bambini rivedono nell’Orsa Maggiore che è la più importante delle costellazioni, perché è quella che aiuta a individuare la Stella Polare, la stella che “da sempre” fa da bussola, quella che indica il nord.
Oltre alle forme e alle posizioni delle costellazioni, Garoni farà conoscere ai piccoli aspiranti astronomi anche i miti a loro legati. “Il Leone rappresenta Ercole, o meglio una delle dodici fatiche che dovette affrontare, secondo il mito greco; mentre l’Orsa Maggiore richiama la leggenda della ninfa Callisto, punita dalla dea Artemide per aver sposato Zeus di nascosto”.
Non solo di stelle e di costellazioni, ma anche di pianeti parlerà Garoni nell’incontro di sabato prossimo. “I pianeti sono degli astri erranti che si spostano nel cielo – spiega -. Li riconosciamo perché sono come degli intrusi tra le costellazioni, ad esempio fino a un paio di anni fa Giove era sotto i Gemelli, ora si trova vicino alla costellazione del Leone”. I pianeti, a occhio nudo, si confondono con le stelle, ma sotto la cupola li vediamo un po’ ingranditi, come apparirebbero se li osservassimo con un piccolo telescopio. Marte il pianeta rosso, Giove brillantissimo e Saturno con i suoi caratteristici anelli saranno i protagonisti insieme alle stelle non solo del prossimo sabato, ma anche di domenica 13 marzo, giorno in cui si svolgerà la Giornata Nazionale dei Planetari e in quello di Ravenna si susseguiranno per tutto il giorno conferenze, osservazioni e laboratori gratuiti.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta