L’esperienza pedagogica del Ceis raccontata dai grandi esperti

giardino bambini cane“L’educazione è capace di cambiare il mondo”, scriveva Margherita Zoebeli, la “professoressa dei bambini liberi”, che nel 1946 ha dato vita a un villaggio di baracche militari per soccorrere Rimini, città che la guerra aveva ridotto a un cumulo di macerie. Una “casa” dell’infanzia e un vivace laboratorio di esperienze pedagogiche ed educative, dove da settant’anni si coltivano “grandi pensieri” attraverso un “metodo attivo” e che da centro sociale e di assistenza con una scuola materna e una casa per orfani, si è trasformato nel Centro Educativo Italo Svizzero (CEIS), dove giungono pedagogisti da tutta Europa, vengono trattati i primi casi di autismo e dislessia, nasce un punto di riferimento per l’integrazione dei bambini in situazione di handicap nella scuola.

A settant’anni di distanza, nell’ambito di un vasto programma di celebrazioni, il CEIS e la  Fondazione Margherita Zoebeli, con la collaborazione della Biblioteca civica Gambalunga di Rimini, propongono di trasformare l’occasione celebrativa in occasione di riflessione, dal tema e titolo “Quando educare cambia il mondo”. Il focus? I principi ispiratori dell’esperienza pedagogica ed educativa del CEIS, fondata sul “metodo attivo”, ovvero mossa da un’idea di educazione nel significato originario di aiutare l’individuo all’autonomia, al pensare da sé, per contribuire al bene comune, ciascuno secondo i propri talenti e le proprie potenzialità. Gli interlocutori saranno tre intellettuali attenti al tema, a largo raggio, del calibro del filosofo Romano Màdera, della scrittrice Mariapia Veladiano, dell’antropologo/architetto Franco La Cecla.

Le conversazioni avranno luogo alla Sala del Giudizio del Museo della Città, alle ore 17.00, con ingresso libero e gratuito.

Ad aprire la rassegna, venerdì 12 febbraio, sarà Romano Màdera, filosofo e psicoanalista di formazione junghiana, fra i fondatori dei Seminari di Pratiche filosofiche e della Scuola superiore di Pratiche filosofiche “Philo”. “Formarsi al mestiere di vivere” è il titolo scelto da Màdera, che a partire dalla considerazione dell’unicità della specie umana per la sua capacità di “immaginare altrimenti”, producendo alternative all’esistente, commenterà il significato filosofico e psicoanalitico  di una pratica educativa che individua nel  pensiero e nell’immaginazione le condizioni necessarie per formare cittadini liberi e protagonisti del proprio tempo.

A seguire, sabato 20 febbraio, Mariapia Veladiano, per vent’anni insegnante di lettere e ora preside, autrice di numerosi romanzi, affronterà il tema “Coltivare la scuola”. La metafora del coltivare ricorre spesso quando si parla di scuola, perché legata profondamente alla trasmissione del sapere e di quella che si chiama cultura, parola che ha radice nel verbo latinocolere, che designa l’attività di curare i campi perché portino frutto. Parola quanto mai necessaria, quindi, per uscire dalla triste logica di una scuola “pensata più per studenti che per persone”, come scrive Veladiano, convinta che “almeno la scuola pubblica sia un luogo in cui si rende visibile ai ragazzi che collaborare è più bello (e giusto) di obbedire”.

“Lo spazio che educa” sarà il tema trattato sabato 27 febbraio da Franco La Cecla, antropologo e architetto, da sempre attento ai diversi aspetti del rapporto tra l’uomo e lo spazio che abita, altro tema centrale del progetto educativo del Ceis.“Lo spazio – aveva scritto Zoebeli – deve essere stimolante per il bambino, deve portarlo nel regno della fantasia, permettergli di fare molteplici esperienze: motorie, affettive, estetiche e sociali”.  Per aiutarlo nella costruzione del sapere, verso quel vivere insieme e comunitario, nel rispetto dell’altro e nella valorizzazione di ogni membro del gruppo, che costituiscono per l’educazione attiva perseguita dal Ceis uno dei punti fermi.

Centro Educativo Italo Svizzero: tel. 0541 23 901; fax 0541 437 315;

www.ceis.rn.it
segreteria@ceis.rn.it

Biblioteca civica Gambalunga: tel. 0541.704486; fax 0541.704480; www.comune.rimini.it
gambalunghiana@comune.rimini.it

 

 

 

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