“Il punto non è cosa cambia per me. Il punto è cosa cambia per mio figlio”. Sergio Lo Giudice, parlamentare Pd e papà omosessuale, intervistato dal quotidiano “La Repubblica” sul ddl Cirinnà, ha spiegato per filo e per segno quali sono al momento i diritti mancati del suo bambino di quasi due anni. Luca è nato grazie alla gestazione per altri (quella che volgarmente viene chiamata utero in affitto) dalla relazione con il marito Michele Giarratano (sposato a Oslo nel 2011), padre biologico del bimbo.
Lo Giudice, dunque, per la legge italiana non è il papà di Luca. Il che gli vieta per esempio di autorizzare la gita scolastica al bimbo, di viaggiare in aereo con lui. E se la sua relazione con il marito dovesse terminare, potrebbe anche rischiare di sparire per sempre dalla vita del figlio.
“Per fortuna – ha detto – che viviamo a Bologna”. Nel capoluogo emiliano, infatti, grazie a una decisione del sindaco, al nido e alla materna il genitore non biologico firma un modulo di delega all’inizio dell’anno e poi basta. Il che, almeno a livello simbolico, un po’ di importanza anche a un “co-papà” come Lo Giudice, la dà.
Romagnamamma aveva intervistato Lo Giudice dopo la nascita del figlio (leggi l’intervista qui).
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