Via mamma e papà dai moduli delle iscrizioni anche a Bologna. Esplode la polemica

Dopo Venezia ci pensa anche Bologna: via la dicitura mamma e papà dai moduli per le iscrizioni agli asili, entreranno in scena le diciture “genitore” e “altro genitore”, piuttosto che “genitore 1” e “genitore 2” come invece proposto nel capoluogo veneto. Una decisione annunciata dalla giunta di Palazzo D’Accursio, in testa l’assessore alla scuola Marilena Pilati, che già ha scatenato non poche polemiche, soprattutto da parte di Lega e Udc, mentre esulta l’Arcigay che si augura stessi provvedimenti in tutti gli altri comuni.

Il primo dissenso riguarda l’ipotesi di indicare i genitori come 1 e 2: “Facciamo un giorno la madre genitore 1 e un giorno il padre”, bolla il provvedimento l’arcivescovo Carlo Caffarra. Ma l’assessore ha subito precisato che  “non si intende stilare alcuna gerarchia e che, al più, sarà precisato il ‘genitore richiedente’ l’iscrizione, ad esempio, e l’altro verrà indicato eventualmente come ‘altro genitore'”.

Sul piede di guerra l’Udc con il leader Periferdinando Casini che ritiene il provvedimento “una farsa che rischia di fare dei danni irreparabili.  Nel giro di pochi mesi  si è passati dal referendum sulle scuole paritarie, a questa pericolosa mistificazione burocratica che intende mettere in discussione due figure che nella nostra società hanno un valore preciso, fondante e certamente non divisivo. Surrettiziamente invece si vuole far passare l’idea che la genitorialità possa essere diversa da quella naturale”. Critica anche il consigliere regionale Udc Silvia Noè: “Mi appello nuovamente all’amministrazione comunale sempre attenta e sensibile alla tutela delle diversità, perché non commetta quella che rappresenterebbe la più grande discriminazione di tutti i tempi: quella dei diritti dei bambini”.

Ci va giù dura anche la Lega, con il capogruppo Manes Bernardini che accusa l’amministrazione “di aver svenduto l’identità di mamma e papà agli equilibri di maggioranza”.