“Ha figli?”. Si rifiuta di rispondere e perde il lavoro. Ma la storia diventa virale

foto di archivio
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Paola come Samanta, Rossella, Caterina. Quante amiche avete che ogni giorno vi raccontano la stessa storia? Oramai nel curriculum potrebbe essere inserita come una voce standard: “Ha figli?”, Risponda sì o no. E se la risposta è no specifichi se in futuro ne vuole.

Perché nell’Italia degli zucconi, del mondo del lavoro dove ‘i maschi è meglio, creano meno problemi‘, l’orizzonte è talmente stretto da farci rimanere fanalino di coda in Europa per l’occupazione femminile.

E la storia di Paola Filippini non è altro che la triste conferma. Fotografa di professione di Mestre, Paola cercava un lavoretto part time per arrotondare. Quando si è presentata al colloquio di lavoro, però, qualcosa non è andato come pensava. Nessuna domanda sulle sue capacità a svolgere quella mansione – lavorare per un’agenzia immobiliare nell’affitto di case vacanza – ma solo sulla sua vita privata. Mansione che tra parentesi Paola avrebbe potuto svolgere bene visto che conosce tre lingue e ha esperienza nel settore.

Ed ecco uno stralcio del colloquio di lavoro, pubblicato dalla ragazza su Facebook.

“Sei sposata? Convivi? Hai figli?”, le dice il super imprenditore.
“E’ necessario che io risponda a questa domanda?”
“Si, è necessario”,
“Posso non rispondere”?
“Certo. Allora ti puoi anche accomodare fuori, per me il colloquio finisce qui”.

Paola non ci ha visto più e ha scritto d’impeto un lungo post su Facebook, con il risultato (imprevedibile per lei) di diventare in pochissimo tempo l’icona di tante donne come lei, e popolare sul web: più di 62.500 like e 37.000 condivisioni. Interviste sui giornali e la magra consolazione che se un episodio così fa notizia è perché ancora abbiamo voglia di battere i piedi per terra e di cambiare le cose.Paola Filippini

“Caro piccolo uomo col maglione verde e il c….o sicuramente minuscolo – prosegue il post di Paola -, nel tuo bellissimo ufficio hai incorniciato la foto di tua figlia, una graziosa ragazzina di circa 16 anni, che – per ironia della sorte – assomiglia tantissimo a me quando avevo la sua età. Prova a pensare, piccolo uomo con piccolo cervello e grande presunzione, quando un giorno non molto lontano, la tua piccola vergine figliola andrà a fare un colloquio di lavoro, ed incontrerà un piccolo uomo che le chiederà se è sposata, se ha figli, se convive, e che le sue risposte in merito alla sua situazione famigliare determineranno il suo successo lavorativo. Prova a pensare per un momento come può sentirsi una donna, quando le viene fatta una domanda del genere. E’ offensivo, è bruttissimo, è una VIOLENZA. Perché non importa se hai studiato, se hai lavorato tanti anni, se hai fatto gavetta, se hai un bel C.v.. Importa se hai figli. Perché se li hai, è meglio che tu stia a casa ad allattarli”.

C’è bisogno di aggiungere altro?

 

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