L’esperta di svezzamento: “Quando mia figlia mangiava nella ciotola del cane”

pappaTot pappa a una data ora. Per lo svezzamento molti pediatri consigliano tabelle di marcia rigide, da rispettare senza tentennamenti. Un approccio sbagliato secondo Paola Negri, la consulente in allattamento ed esperta in alimentazione infantile che domani alle 16 sarà a Faenza (Faventia Sales, via San Giovanni Bosco 1) nell’ambito della Settimana mondiale dell’allattamento per parlare del suo libro “W la pappa. Dall’introduzione dei cibi solidi all’alimentazione adulta” pubblicato con Urra nel 2010 e di nuovo in libreria all’inizio del 2016 per Feltrinelli. Un libro nel quale, ai genitori, si consiglia soprattutto di usare il buon senso.
Paola, perché lo svezzamento è un passaggio così stressante per mamme e papà?
“Perché dopo il parto è il secondo evento grosso da imparare a gestire. E perché i genitori sentono campane di ogni tipo. Senza considerare l’operazione di marketing impressionante che cerca di convincerli dell’assoluta necessità del cibo industriale per i loro piccoli”.
Lei che approccio suggerisce?
“Io non dico di fare in un modo piuttosto che in un altro. Io mi limito a dare alcune indicazioni di massima, consigliando una propensione alla flessibilità che secondo me caratterizza tutti noi quando diventiamo genitori. Nasce un figlio e si apre in noi una finestra aperta sul cambiamento: diventiamo all’improvviso più sensibili e attenti. Ecco perché sono convinta che il momento dello svezzamento sia l’occasione giusta, per l’intera famiglia, per rivedere le proprie abitudini alimentari, per diventare più sani, per scoprire legumi, verdure di stagione e cereali”.

Paola Negri
Paola Negri

Fa parecchio discutere, in questo periodo, lo svezzamento di tipo vegetariano: lei come la pensa?
“Nel libro ci sono anche ricette di carne. Io credo che il consumo di carne vada limitato per un discorso di salute, di etica, di rispetto per l’ambiente e di sostenibilità. Ma da qui a vietare la carne ai bambini, ce ne passa. Io ho quattro figli: quando erano piccoli, ho tentato di eliminare la carne dalla loro dieta ma senza risultati. La primogenita andava a mangiare nella ciotola degli animali. Un altro dei miei figli, il giorno che scoprì l’esistenza della carne, rimase estasiato. Insomma vanno bene le proprie convinzioni personali ma noi non possiamo imporre cosa mangiare a un’altra persona, tantomeno se si tratta di un bambino. Consiglio sempre di rispettare i gusti, le preferenze e le inclinazioni dei figli”.
Brodi e pappe da un lato, auto-svezzamento dall’altro: medici e genitori si dividono. Lei da che parte sta?
“Da tutte e da nessuna. Tempo fa, a un convegno, una mamma raccontò di sentirsi fallita perché il figlio voleva le pappe morbide. Io le spiegai che non era un fallimento, anzi. Riuscire a capire e soddisfare i gusti di bambini così piccoli, che non possono esprimersi verbalmente, è già un grande successo. Ovvio, meglio proporre piatti sani, preparati a casa con ingredienti di qualità. Ma la priorità è rispettare i tempi e i modi dei bambini”.
Le sue ricette prevedono zuppe, sformati, crocchette: i bambini sono attenti solo al gusto?
“I bambini sono dei gourmet, molto più attenti di noi adulti all’estetica di quello che mangiano. Un piatto, a loro, comunica molte più cose di quelle che crediamo”.

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www.paolanegri.it

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