Da Brescia, venerdì scorso, Simona Galassi non si è portata a casa il titolo mondiale versione Ibf dei supermosca al femminile. La sconfitta che non aveva preventivato ha spalancato ora le porte della riflessione: “Fisicamente mi sento bene, mentalmente pure. Ma a 42 anni devo pensare bene al da farsi, valutare ogni chance, capire se c’è un’offerta all’altezza delle mie aspettative”. Ring, guantoni, grinta da vendere: la pugile di Santa Maria Nuova di Forlì non si arrenderà facilmente. E lo dirà anche stasera durante l’incontro in programma a Ravenna (Anfiteatro BPER Banca, piazzetta Serra, ore 21) – nell’ambito della Notte Rosa – per presentare il libro scritto da Flavio Dell’Amore e Dario Torromeo “A modo mio. Simona Galassi: storia di pugni e di passioni” (InMagazine). Pagine che la raccontano fin dall’infanzia, quando sognava di fare la ballerina.
Simona, da piccola avresti mai immaginato di accedere a un mondo come quello del pugilato?
“Assolutamente no. Ho sempre amato lo sport, sapevo che avrei studiato all’Isef ma se mi avessero proposto il pugilato, lo avrei sicuramente scartato. Sono cresciuta in campagna, libera e selvaggia. Ma che avrei combattuto no, non me lo sarei mai immaginato. La boxe è arrivata vivendo. E quando è arrivata, me ne sono innamorata perdutamente”.
Chi assiste a un match vede due avversari che si sfidano e se le danno. Contro chi combatti, tu, sul ring?
“Contro le paure, contro le debolezze. Combatto per me stessa, per essere una vincente nella vita, ben fuori dal ring. Per diventare più forte e migliore come persona. Sono aspetti che gli spettatori, forse, non colgono. I più affascinanti, al tempo stesso, di questo sport”.
La passione, come recita il titolo del libro, è il motore di tutto. Quali rinunce hai dovuto fare, in questi vent’anni di carriera?
“Forse non le chiamerei nemmeno rinunce. Il pugilato per me è una scelta consapevole, voluta e cercata. E quando fai una scelta ne accetti anche gli aspetti meno facili: rinunciare a feste, mangiate, hobby, tempo libero. Non ho mai vissuto tutto questo come un peso. Quanto alla mia vita privata, per molti anni sono stata fidanzata con uomini che accettavano il mio lavoro. Oggi sono sola ma sto bene così: sono concentrata su me stessa e la boxe”.
Una delle lotte che hai combattuto nella vita è stata quella contro il cibo: hai sfiorato la bulimia e hai sempre avuto un rapporto particolare con l’alimentazione. Ne sei uscita?
“Credo che dovrò convivere a vita con la voglia di abbandonarmi e mangiare a dismisura. Squacquerone, piadina, cappelletti, dolci: la lista delle cose che amo è lunghissima. La mia dipendenza psicologica dal cibo non si è mai risolta definitivamente. Per fortuna il mio lavoro mi aiuta: dovendo seguire un regime alimentare preciso e dovendo limitare le abbuffate, riesco a mantenere un certo equilibrio. Ma non nascondo che la tentazione di assecondare la mia golosità è sempre lì: la linea tra il contenersi e il lasciarsi andare è sottilissima”.
Una donna in un mondo di uomini: quanti sguardi storti hai ricevuto?
“La mia è una storia particolare: sono entrata nel pugilato attraverso un mondiale, quindi fuori dalla normalità delle cose. Ci sono state persone titubanti, se non reticenti. Ma la mia serietà, il mio talento naturale e il mio impegno hanno sempre parlato per me: non ho mai smesso di farmi rispettare come atleta perché davanti alla qualità, ogni pregiudizio cade. Con me non si parla di pugilato femminile o maschile, si parla di pugilato e basta. Il rispetto, salvo rari casi, non è mai venuto meno”.
Si può essere femminili anche facendo boxe?
“Io non ho perso la mia femminilità, non mi sento certo il classico maschiaccio. Sarà anche merito del mio stile di pugilato, molto tecnico. E dell’estetica che metto sempre in quello che faccio. E poi, chi mi vede fuori dal ring sa che sono una donna anche nel modo di pormi e nell’aspetto”.
Simona Galassi: “Femminile? Maschile? Con me si parla di pugilato e basta”
Questa sera saranno presenti anche Terry Gordini, capitano nazionale di pugilato; Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa, Guido Guerrieri, assessore allo Sport Comune di Ravenna. Letture a tema di Sandra Melandri, operatrice di Linea Rosa.
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