Marina Romea adotta Piccoli Grandi Cuori: Giacobazzi e Cavina danno spettacolo

ANG_5062
Foto di Angelo Palmieri

Lo scrittore Cristiano Cavina ha scoperto che cos’è l’amore quando suo figlio Giovanni, sette anni, nel quaderno di italiano di prima elementare, di fianco alla lettera “s”, ha disegnato un sedere enorme con una supposta nera: “Non un serpente o una scarpa, come succede di solito”. Il comico Giuseppe Giacobazzi sta cercando un esorcista per sua figlia Arianna, due anni e mezzo, scatenata come non mai: “Se vedete una bambina che vola in mezzo al pubblico, quella è lei”.

Tantissime risate e un pubblico di qualche centinaia di persone ieri sera alle Pleiadi di Marina Romea per la prima serata della rassegna “Un mare di solidarietà” organizzata dalla prof-poetessa Livia Santini a favore dell’associazione bolognese Piccoli Grandi Cuori che si occupa di bambini con cardiopatie congenite.

Una serata che ha sancito l’adozione, da parte della località, dell’associazione: chi sottoscriverà la tessera, infatti, avrà diritto allo sconto in una serie di esercizi commerciali della zona, dagli stabilimenti balneari agli hotel. Non a caso Marina Romea – attraverso la Pro Loco – ambisce a diventare il lido delle vacanze dei bimbi in cura al reparto di Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica del Sant’Orsola, dove Piccoli Grandi Cuori ha il suo quartier generale.

Legati dal filo della scrittura, Cavina, Santini e Giacobazzi hanno parlato di Romagna, di radici, di bambini, di volontariato, di ironia come chiave per leggere il mondo. Per il comico di Alfonsine, che a Marina Romea ha la casa, non sono potuti mancare i riferimenti al grande tormentone delle rotonde di Ravenna: “Un giorno sono arrivato in spiaggia e mi si è avvicinato un uomo, dicendomi che grazie a me tutti gli danno del cretino. Era il tecnico del Comune che si occupa di disegnare le rotonde. Da allora siamo grandi amici”. Lo scrittore di Casola ha invece raccontato di quando incontrò il premio Nobel per la letteratura Doris Lessing e pensò bene di vantarsi con i suoi compaesani: “Ma loro mi dissero che era successo anche a loro. Trent’anni prima, a ‘Casola è una Favola’, era stato ospite Dario Fo”. O di quando, a un buffet di gala, gli capitò vicino Kabir Bedi, l’attore di Sandokan: “All’inizio, per non rischiare figuracce, stetti al mio posto. Poi, preso dall’euforia, gli diedi una grossa pacca sulla spalla. Facendogli quasi andare di traverso un’oliva all’ascolana. Se avessi raccontato ai casolani che stavo per uccidere Sandokan, però, non ci avrebbe creduto nessuno”.

Prendersi poco sul serio e fare le cose in grande: questo il grande messaggio venuto fuori dall’incontro di ieri. “Faccio un lavoro normale”, ha detto Giacobazzi. “Io sono prima di tutto un pizzaiolo”, ha aggiunto Cavina, che del suo ‘principale’ mestiere parla nell’ultimo libro “La pizza per autodidatti” (Marcos y Marcos). “Bambintudine”, una delle poesie di Livia Santini, ha chiuso l’incontro. Che è stato un po’ una chiamata alle armi a tutto il paese ad aderire a Piccoli Grandi Cuori.

 

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g