Lucidi, obiettivi, ligi al dovere. Ma dietro i volti, i gesti e i provvedimenti degli ufficiali giudiziari chiamati a eseguire gli sfratti, può esserci anche molta umanità. Come quella di Angelo racconata dal sito Cesenatoday.it in merito a una vicenda successa di recente in città.
L’uomo racconta dello sfratto eseguito ai danni di una famiglia composta da madre, padre e figlia di otto anni, la dignità dell’uomo nel chiedere un altro mese prima della consegna delle chiavi per trovare una soluzione abitativa alternativa, la rabbia del proprietario dell’appartamento per le rate d’affitto insolute, il pianto del papà sfrattato, l’impassibilità dell’avvocatessa nell’intimare la famiglia a fare fagotto e uscire di casa.
Angelo racconta poi il tentativo di mediazione e la reazione della bambina quando si accorge che qualcosa non va: “‘Mamma che succede? Perché dobbiamo andare via dalla nostra casa? Papà fai qualcosa!’. ‘Vattene nella tua stanza’, le urla suo padre. La bambina non si muove. Ci guarda uno per uno e dice: ‘Siete dei mostri! Vergognatevi. Per voi contano solo i soldi. Chi non ha denaro è un cattivo mentre i buoni sono solo coloro che si possono permettere di comprarsi tutto anche la dignità delle persone. Vi odio – urla – vi odio, vi odio, vi odio’, lo ripete infinite volte. ‘Vattene in camera, ho detto!’, le replica il padre”.
E poi l’inamovibilità della piccola, che grida che non si muoverà, non si farà prendere con la forza, non si farà trattare peggio di un animale. L’ufficiale giudiziario, a quel punto, si avvicina alla piccola e la prende in braccio, piangendo insieme a lei: “Assomiglia tanto a mia figlia quando aveva la sua età. La tranquillizzo, le dico che stanotte continuerà a dormire in questa casa, e rivolgendomi ai genitori prometto che mi impegnerò personalmente a trovare una soluzione presso i servizi sociali”. Lo sfratto esecutivo, alla fine, è stato rinviato di un mese.
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