“W l’amore”, la Regione spegne le polemiche: “Ecco perché parliamo di sesso ai giovani”

adolescenti, amore e sessoLa polemica è scoppiata prima a Piacenza, poi a Reggio Emilia. E per Paola Marmocchi – responsabile di “W l’amore” per il distretto di Bologna – e i colleghi, l’amarezza è tanta. Primo, perché il progetto di educazione all’affettività e alla sessualità della Regione Emilia-Romagna “alle scuole non viene imposto ma proposto”. Secondo, perché spiegare agli adolescenti che le persone possono essere eterosessuali, omosessuali o bisessuali “non è un modo per indirizzare il loro orientamento”. Terzo, perché “l’ideologia gender non esiste”.

“W l’amore” si ispira a un percorso che in Olanda esiste da vent’anni: “Long live love”. L’Emilia-Romagna, nel 2013, lo ha voluto adattare e sperimentare nei territori di Bologna, Forlì e Reggio Emilia. Oggi sono altri 17 (Ravenna compresa) i distretti che lo hanno adottato, “sempre in accordo con insegnanti e genitori”. Nel corso del tempo, oltre a rivedere i materiali (rivista e manuale), si è abbassata l’età dei destinatari ai quali rivolgersi: “Siamo partiti con le scuole superiori ma poi ci siamo resi conto che ci sono ragazzi e ragazze che arrivano al primo rapporto sessuale prima dei 14 anni. Avere maggiori informazioni e una maggiore consapevolezza prima è sicuramente più utile. E non è un modo per istigare quelli che ancora non hanno una vita sessuale a intraprenderla, come ci è stato contestato”.

Non solo: sempre più spesso, dicono le ricerche, i ragazzini e le ragazzine accedono ai siti porno, davanti ai quali però non hanno strumenti critici. Ecco perché l’equipe di “W l’amore” ha optato per inserire nel progetto l’argomento: “Non possiamo certo fare finta che a quell’età ci si scambi le figurine. Chiudersi gli occhi davanti alla realtà non serve a niente e a nessuno. Noi le vediamo le ragazzine incinte a 14 anni. E vediamo anche il fenomeno della violenza sulle donne. Parlare di rispetto per l’altro e delle emozioni legate alla sfera sessuale ha una valenza anche in quest’ottica: contrastare la violenza di genere, prevenire le gravidanze precoci, diffondere la cultura della contraccezione”. Alla fine del percorso ragazzi e ragazze sono solite anche visitare lo Spazio Giovani dei Consultori, dove incontrano gli operatori, fanno conoscenza del servizio, ottengono risposte alle loro domande scritte in forma anonima.

Gli esempi più classici? “Le ragazze – spiega Marmocchi – hanno molte curiosità rispetto alle aspettative e ai timori della prima volta ma anche rispetto all’innamoramento. I ragazzi sono interessati alla prestazione, alla dimensione dei genitali. In generale, non mancano mai le domande che ci fanno capire come molti guardino film e siti porno: a tredici anni, altrimenti, non sarebbero in grado di chiedere certe cose”.

Il riscontro, tra gli adolescenti, è molto buono. E anche i genitori apprezzano: “Il problema è che quando venti di loro non sono d’accordo, riescono in qualche modo a sovrastare le altre centinaia di voci e reazioni positive. Noi, prima di far partire il progetto in una scuola, lo presentiamo sempre alle famiglie, che sono le prime ad andare in difficoltà quando è ora di parlare di amore e sesso con i figli. Segno che c’è un vuoto da colmare”.

Qui il sito del progetto “W l’amore”
Qui la mappa dei luoghi coinvolti in Emilia-Romagna

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