Monica, la maestra che ha detto no alla benedizione pasquale: “Dipinta come sostenitrice dell’Isis”

religione, croce“Ci hanno dipinti come sostenitori dell’Isis. Siamo stati aggrediti”. Monica Fontanelli lavora da trent’anni come maestra elementare a Bologna. Ma una polemica come quella che ha avvolto il caso delle benedizioni pasquali a scuola – all’Istituto comprensivo 20, per la precisione – non l’aveva mai vissuta. L’amarezza, nelle sue parole, è tanta. Soprattutto perché è stata lei, che ha la cattedra alle Carducci, a sollevare il polverone dopo che in gennaio, durante il consiglio d’istituto, aveva fatto presente che la richiesta dei parroci di portare la benedizione a scuola non solo non era legittima per un vizio di forma (nulla che non sia all’ordine del giorno può essere votato) ma anche di contenuto: “La scuola è laica e un atto di culto al suo interno è contrario alla legge”. Ed è stata lei, morale della favola, una delle più colpite quando il caso è scoppiato.

Monica è anche tra gli undici insegnanti che, insieme a un gruppo di genitori, hanno avanzato ricorso al Tar: “Crediamo che la benedizione pasquale, anche se proposta in orario extrascolastico, sia una scelta inopportuna. In ogni caso ci affidiamo ai giudici perché stabiliscano se sia legittima o meno”. L’auspicio della maestra è che prima della Pasqua 2016 il Tribunale amministrativo regionale si sia già espresso. Perché per quest’anno, ormai, la frittata è fatta. La benedizione, insomma, nonostante l’opposizione si farà. Si farà a prescindere dal fatto che tutti gli insegnanti delle elementari Fortuzzi – tranne uno, astenuto – abbiano detto no. Il 20 marzo alle 16,45 toccherà alle Fortuzzi, il giorno dopo alle 13,15 alle Carducci e alle medie Rolandino.

Monica Fontanelli
Monica Fontanelli

Non sarà facile, piuttosto, spiegare ai bambini perché i toni si siano così accesi, non solo sulla stampa: “Gli alunni sentono i commenti dai genitori, questa vicenda ormai è diventata di dominio pubblico e molto lesiva nei confronti dell’immagine dei docenti e delle famiglie. Ci hanno definiti con male parole e questo, di certo, non fa bene ai bambini”.

Per Monica Fontanelli, il caso della benedizione è grave anche per le modalità con cui si è venuto a sapere ed è stato gestito: “Quando ho fatto presente ai colleghi la richiesta dei parroci, nessuno sapeva nulla. La scuola, di certo, non aveva mai manifestato questa esigenza. Eppure la resistenza che io, i docenti e i genitori abbiamo portato avanti è stata ignorata, con una grave forzatura da parte del consiglio d’istituto“.

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Commenti:

  1. Anch’io sono insegnante e penso che una semplice benedizione pasquale non faccia male a nessuno, chi non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica esce e va nell’aula vicina. Non dobbiamo dimenticare che per rispettare pochi andiamo a ledere i diritti di molti. Viviamo in una democrazia (per fortuna!) e in democrazia “vince” la maggioranza!!! Come insegnante e madre penso, inoltre, sia opportuno non fossilizzarsi in una posizione, ma offrire più modelli (es. i miei figli, ora adulti: uno quasi ateo e l’altro capo-scout; convivenza ottima nel rispetto reciproco)

  2. Gentile Miranda, certamente viviamo in democrazia dove vige il rispetto del principio democratico (vorrei poi vedere se a maggioranza passasse una bella benedizione dei rappresentanti musulmani cosa direste?!) ma fortunatamente viviamo anche in una democrazia laica o almeno così dovrebbe essere malgrado l’ostinato mantenimento dell’insegnamento della religione cattolica. In ogni caso se si vuole una benedizione si va in Chiesa se si vuole imparare si va a scuola…’libera Chiesa in libero Stato’ le ricorda qualcosa? E basta dire che comunque una benedizione non può fare male, fa male eccome all’affermazione di uno Stato laico e democratico.

  3. “Costituzione della Repubblica Italiana
    Art. 3.
    Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, SENZA DISTINZIONE di sesso, di razza, di lingua, DI RELIGIONE, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. ecc. ecc.”
    Quando gli italiani saranno in maggioranza atei e agnostici forse sarà possibile abrogare l’art.7 della Costituzione: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.”
    Articolo in evidente contraddizione con l’Art.3.
    E’ incomprensibile come nella Costituzione di uno Stato laico e democratico venga citata un’unica religione e vengano citati dei Patti intercorsi con la stessa. Lo Stato, per potersi chiamare laico e democratico, non avrebbe mai dovuto stipularli.

  4. Per tutte le persone sostenenti che “non fa male a nessuno”.
    1- L’Italia è e dev’esseer uno stato laico, imparziale nei confronti di ogni credenza, associazione politica e culturale.
    2- La religione e le credenze sono L’ANTITESI DELLA SCUOLA. A scuola s’insegna a pensare, a ragionare, a riflettere, a guardarsi attorno ed a CAPIRE come funziona l’universo nonchè a capire quanto siamo piccoli e grandi e ad imparare a stare al nostro posto poichè nessuno di noi può scavalcare i diritti altrui e imporre il suo volere agli altri, per fare ciò semplicemente si evita di inserire cose non basate sui fatti in ambito istruttivo e s’insegna che la libertà finisce dove inizia quella altrui.
    Imponendo l’ora di religione e pisciando sui muri mettendo crocefissi come fanno i cani, i cattolici SFONDANO PREPOTENTEMENTE la libertà altrui oltre ad insozzare un luogo che dovrebbe diffondere conoscenza, competenza, il libero pensiero e lacultura; non l’ignoranza, la discriminazione ed il lavaggio del cervello che simboleggia quel pezzo di legno.
    Abbiamo già vissuto una volta un brutto periodo in cui le ideologie credentucole si sono imposte nelle nostre scuole, è stato IL PERIODO DEL FASCISMO ove a scuola non s’insegnava a pensare ma a NON PENSARE ed a produrre fascisti con lo stampino esattamente come a catechismo si creano cristiani con lo stampino; persone incapaci di pensare razionalmente quando si entra in argomenti di fede e quidni di constatare che, le loro credenze, sono ASSURDITA’ IMMANI.
    Fuori le ciarlatanerie dalla scuola; si all’istruzione ed al libero pensiero e no all’ignoranza ed all’oscurantismo religioso!

  5. In uno stato laico c’è la “libertà di culto”.
    Se le benedizioni fossero in classe in orario di lezioni (come accadeva anni addietro) il discorso di Monica potrebbe avere un senso.
    Ma qui la situazione è molto diversa: è proposto come attività scolastica, non offende nessuno, rappresenta un’opzione libera e democratica.
    Soltanto in uno scenario dittatoriale con l’applicazione dell’ateismo di stato potrebbe trovare valenza.
    Ma non in uno stato libero, dove è giusto che la scuola possa offrire, in orari extrascolastici, attività alternative (yoga, sport, benedizioni, incontri con esponenti di altre religioni ecc…) e a maggior ragione pertinenti, in modo democratico, con la cultura italiana.
    E ricordiamo che una nazione senza la propria identità culturale diventa popolata da robot. La bellezza del mondo sta nella varietà delle culture, e non in un mischione che ne prende tutta o nessuna.

  6. La signora Fontanelli trovo sia intollerante come tutti quelli che scambiano laicità per laicismo. Ecco perché sarebbe ora di ritornare ad essere uno stato confessionale (come ad esempio l’Inghilterra) pur nell’apertura a qualsiasi credenza (ivi compresa la credenza atea naturalmente).
    Cmq in attesa che la ragionevolezza ritorni in ambito scolastico e che gli insegnanti di altre materie non comincino a parlare di materie di non competenza loro come ad esempio la giurisprudenza, citando senza senso Costituzioni che non capiscono (e che esplicitano con i loro assurdi esempi).
    Articolo 3 (di solito quello più usato da chi non capisce non solo la legge ma anche l’italiano) dice:
    “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di […]” che non significa che chi è religioso sia un deficiente che crede alle favolette anche se i credenti atei possono continuarlo a pensare (ovviamente senza prova alcuna) :-). Anzi in combinato disposto con il capoverso successivo (ed il resto della Costituzione) dice che la religione è un elemento da tutelare perché formativo della persona quando non limita a libertà della persona di no aderire. La Repubblica infatti deve rimuovere gli ostacoli ostativi all’esercizio della libertà non aggiungere limiti ma rimuovere. Non si tratta quindi di impedire la benedizione pasquale ma semmai, su richiesta consentire anche quella musulmana o ebraica o induista, salvo lasciare la libertà di non partecipare :-). L’ateo che di solito si “bene dice” tutti i giorni pensando che gli altri sono fessi a credere senza motivo mentre loro hanno capito tutto possono tranquillamente condivider con i loro cocredenti questo senso di super coscienza che nessuno li ostacola :-). Anzi io un bella festività atea la vorrei proprio condividere :-).

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