Pensieri romantici pre-bebè: “Quanto dev’essere grande la borsa per l’ospedale?”

mamma che allatta neonatoChe tenerezza. Un amico in procinto di diventare papà mi ha telefonato per chiedermi quanto grande dev’essere la borsa che sua moglie dovrà portare in ospedale. Io gli ho risposto con grande serietà: “La mia era una borsa da palestra. Gli armadietti delle stanze sono stretti ma al massimo, la borsa, la infili in verticale. Considera che io mi ero portata pure phon, piastra e bla bla bla”.

Ho evitato di dirgli che, nei prossimi mesi, le sue preoccupazioni saranno molto più serie. Non gli ho detto che il mio pargolo junior ha tossito tutta notte e non ho chiuso occhio. Che il suo reflusso gastro-esofageo non passa. Che lo svezzamento è un disastro. Che stare chiusi in casa, in queste giornate di nebbia barra pioggia, è da far saltare i nervi. Soprattutto se il baby non è il massimo della tranquillità.

Gli ho consegnato una busta piena di tutine e body, avvertendolo che non deve assolutamente restituirmeli. Io, mossa dall’idea di sbarazzarmene per sempre (sapete il detto che un figlio è poco e due son troppi?) e lui, con l’aria incantata di chi aspetta il primo figlio.

Ho riavvolto il nastro e mi sono rivista in fase pre-mamma, tutta romantica, tutta presa a commentare le ecografie. Che gran bel periodo. Che senso di sospensione positiva. Mai avrei sopportato qualcuno che mi avesse detto: “Ma sai che casino, dopo che il bambino non è più là dentro?”.

Ho tralasciato ogni forma di terrorismo, dunque. E voi, che avreste fatto?

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