“Da grande farò il chirurgo. O lo chef”: Tommy e gli altri col cuore un po’ così

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Lo scambio di ricette tra lo chef Giacomo Galeazzi e Tommaso

“La mia spezia preferita? Il pepe di Cayenna. Con la ipsilon, mi raccomando”. Tommaso ha dieci anni, viene dalla Valle del Chianti, è appassionato di cucina e alla tv non si perde un programma. I cartoni, mica gli interessano. Da due mesi è ricoverato nel reparto di Cardiologia pediatrica dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna. In attesa del terzo intervento al cuore, passa le giornate tra la sua stanza e i corridoi insieme alla mamma. Che basta guardarla in faccia per capirne la forza. La vedi vestita bene, con l’ombretto sugli occhi e non penseresti che le sue notti (e non solo) le passa qua dentro. Oggi, per la festa organizzata dall’associazione Piccoli Grandi Cuori, sono arrivati anche il marito e il figlio di sette anni, Lorenzo. E c’è anche Giacomo Galeazzi, lo chef conosciuto durante la cena di beneficenza di inizio dicembre, arrivato per consegnare i cappelli da cuoco ai piccoli pazienti e per onorare la promessa fatta a Tommy: uno scambio di ricette a tutti gli effetti.

Giovanni, piccolo paziente di Trieste
Giovanni, piccolo paziente di Trieste

“Per Giacomo ho scelto l’insalata di sushi in tre varianti – racconta il bambino – perché amo molto il pesce. Lui, invece, mi ha regalato la ricetta dello sformatino di parmigiano in salsa di pere caramellate, sedano e noci”. Ormai, in reparto, Tommaso viene chiamato da tutti chef: “Prepara dall’antipasto al dolce senza problemi – dice la mamma – utilizzando il fratello come sottocuoco. A casa ha un muretto alla sua altezza dove ci sono una quarantina di spezie. Solo di sali, ne ha almeno cinque tipi diversi”. Da grande, Tommaso, vuole fare il cuoco. Oppure il chirurgo. E se ci scappa, tutti e due.

Poi c’è Giovanni, un bambino Down che verrà dimesso oggi dopo due settimane di ricovero: “Siamo di Trieste – spiega la mamma – e per un anno abbiamo atteso la chiamata per l’intervento chirurgico. Giovanni ha una cardiopatia congenita legata alla sindrome di Down”. E sulla sua convalescenza, è il comico Giuseppe Giacobazzi a scherzarci su: “Due settimane? Solo? Come andare in vacanza. E poi, qui, è il paese dei balocchi”. Stamattina, prima di uscire di casa, Giacobazzi ha detto ad Arianna, la sua bambina di 21 mesi, che sarebbe andato a dare un bacino ai bambini meno fortunati di lei: “Essere qui è come rendersi conto si quanto si è privilegiati. Da papà mi auguro che mia figlia non metta mai piede in un posto del genere”.

Ma oggi questo posto pare tutto fuorché un ospedale tra pacchi regalo, clown di corsia, Babbi Natale e lucine. E c’è anche Adriana Cantisani di Sos Tata, che qui dentro ha capito una cosa: “Non ho mai voluto insegnare agli adulti a fare i genitori, il mio approccio è stato sempre quello di far tirare fuori alle persone le risorse necessarie ad affrontare la vita con i figli. Anche in situazioni di altissimo stress come un ricovero in ospedale, darei ai grandi il consiglio di fidarsi del proprio istinto e di ricordarsi che l’amore e il contatto fisico sono importantissimi”.

Giuseppe Giacobazzi con Giulia Graziani, di Ravenna, che lavora in reparto
Giuseppe Giacobazzi con Giulia Graziani, di Ravenna, che lavora in reparto
Livia Santini, impegnata da anni per Piccoli Grandi Cuori
Livia Santini, impegnata da anni per Piccoli Grandi Cuori

E alla festa ci sono anche le mamme di Piccoli Grandi Cuori che con le cardiopatie dei propri bambini hanno avuto a che fare diversi anni fa. Come Simona Canaletti, che oggi si occupa della comunicazione all’interno dell’associazione: “Quando è nata, Emma aveva il cuore come un nocciolo d’albicocca e le arterie sottili come capelli. L’hanno operata quando aveva una settimana di vita. Ora ha sei anni e mezzo. Non può fare agonismo e sport d’impatto. Per il resto, ha una vita normale”. Come Elisa, vent’anni, che indossa il cappello di Babbo Natale e che è figlia della presidente, Paola Montanari. Una mamma alla quale ancora si appannano gli occhi al ripensare ai tre interventi chirurgici subiti dalla figlia: uno a quindici giorni di vita, il secondo a un anno, il terzo a otto anni. “Fu durissima – racconta – ma sono stata fortunata: ho un marito che mi compensa molto, una famiglia molto presente. E Piccoli Grandi Cuori mi ha sempre supportata”.

Paola Montanari con la figlia Elisa, che ha subito tre interventi
Paola Montanari con la figlia Elisa, che ha subito tre interventi

E in reparto, ad accompagnarci, anche Livia Santini, la poetessa ravennate che da anni organizza iniziative di beneficenza a favore dell’associazione. E che ha consegnato i soldi raccolti domenica scorsa a Cotignola, durante l’asta di poesia organizzata con i bambini della scuola elementare. Anche per lei, tanta emozione. Perché un conto è parlare di bambini cardiopatici, un altro è vederli. Come il neonato che una giovane mamma continua a cullare, affacciata alla finestra. E chissà quanto tempo resterà qui, ancora.

In questo articolo ci sono 3 commenti

Commenti:

  1. Complimenti Sig. Silvia , un bellissimo articolo.Grazie. E Grazie a tutti gli operatori sanitari e non che si occupano dei nostri figli, io ormai sono un nonno e forse proprio per questo mi sento, come non mai, vicino ai bimbi.

  2. Grazie a voi, Silvia e Livia, per essere venute alla nostra Festa con tanta voglia di conoscere e di ascoltare. Grazie per essere entrate, in punta di piedi con enorme rispetto e con tanta voglia di aiutare, nella famiglia dei Piccoli Grandi Cuori Onlus. Sappiate che non vi lasceremo più scappare via;). Passate delle serene e buone Feste… e avanti tutta!

  3. Ringeazio tutti voi per la forza e il coraggio che date ai bambini e alle loro famiglie e un grade bacio al piccolo cuoco Tommy che ho avuto l onore di assaggiare le sue favolose ricete quando era ricoverato allOPA un abbraccio alla sua famiglia …tabti auguri Tommy

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