C’è la bambina che ha donato la sua Peppa Pig, quella che le ha tenuto compagnia quando era più piccola, perché un oggetto nuovo sarebbe stato troppo impersonale, e c’è la maestra che ha voluto regalare il pupazzetto di Titty che a sua volta ricevette in regalo in occasione della laurea.
Ci sono tante piccole e grandi storie come queste dietro le decine di giocattoli che sono stati donati dai bambini, dai genitori e dagli insegnanti delle scuole primarie Mesini di Borgo Montone, Randi di Ravenna e Classe. La destinazione per la quale sono in viaggio dal 26 novembre all’interno di un container partito dal porto di Ravenna è Betlemme. L’artefice di questa iniziativa è l’insegnante della Mesini Maria Cristina Minghini, che ha risposto all’appello lanciatole dal Maestro Paolo Olmi.
Maria Cristina da alcuni anni è impegnata a organizzare iniziative di raccolta di materiale da destinare ai bambini della aree più povere del mondo, ma non solo. “Tutto iniziò nel 2012 – racconta -, quando raccogliemmo giocattoli, abiti e materiale scolastico da portare a Moglia e Cavezzo, duramente colpite dal terremoto nella pianura padana. Nel 2013 è stata la volta dei campi profughi in Siria. L’anno scorso ho anche fatto un viaggio in Ecuador: ho passato 16 giorni nelle case famiglia che ospitano i bambini vittime di violenza sessuale e droga. Quello che ho visto e ascoltato mi ha convinta a spedire materiale anche laggiù”.
Maria Cristina svolge diverse attività di volontariato (è anche clown di corsia, ndr) e attraverso Facebook è stata contattata dal Maestro Olmi, che le ha chiesto collaborazione per i bambini di Betlemme. “Ho accettato e abbiamo raccolto 42 scatoloni di giocattoli nuovi o in ottimo stato, più diverso materiale di cancelleria. Il 15 e 16 dicembre avverano le consegne all’ospedale pediatrico di Betlemme e a un’associazione che si occupa di bambini audiolesi. I bambini, i genitori, gli insegnanti e il preside Nevio Tampelli, senza il cui aiuto non avremmo potuto realizzare nulla, hanno partecipato con grande entusiasmo. I bambini hanno compreso che c’è un significato profondo del donare che va oltre il semplice oggetto regalato”.
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