Metodo Delacato. Due parole che per molti genitori significano la speranza. Esiste una porta dietro l’autismo che si può aprire. Ci si entra insieme, il bambino malato, la mamma, il papà, fratelli e sorelle. Si prende in mano la situazione, si fanno esercizi, ci si allena per uscire da quella porta tutti insieme: con un fratello autistico guarito o quantomeno migliorato. Si esce da quella porta con un bambino di cui si comprende il linguaggio.
Su queste pagine abbiamo già raccontato una storia forte, quella di Christina Caflisch, una delle prime mamme in Italia a non arrendersi di fronte alla diagnosi di autismo. Christina – che poi ha raccontato la sua storia nel libro il Cubo di Marzapane (edizione Kappa) – ha avuto un’illuminazione leggendo i libri di Carl Delacato, lo psicologo statunitense a cui si deve il programma neuroriabilitativo. E’ volata in America, ha fatto visitare sua figlia Lisa dal professor Delacato. Lisa era affetta da una forma di autismo medio grave. Oggi ha 42 anni, fa la maestra d’asilo ed è sposata.
Il metodo Delacato è stato portato in Italia ed è seguito da un’equipe di medici, coadiuvata da David Delacato che tre volte l’anno visita i bambini dividendosi tra le sedi di Sorrento, Milano e Roma. Lo abbiamo raggiunto a Roma.
Professor Delacato, si può guarire dall’autismo?
“Abbiamo seguito pazienti che ora non sono più autistici. Se poi ci chiediamo se sono diventati perfettamente normali, questo è soggettivo. Per il resto del mondo possono presentare aspetti particolari, avere delle differenze rispetto ai canoni di normalità. Per noi, rispetto a dove sono partiti, rientrano nella normalità”.
Quanti pazienti segue?
“Vengo in Italia tre volte l’anno. Ogni volta ne visito un centinaio per sessione. Generalmente li rivedo ogni quattro mesi”.
E’ possibile definire in che percentuale i pazienti che seguite sono guariti dall’autismo?
“E’ molto difficile definirlo. Direi attorno al cinque per cento. Curare questi bambini non è compito affatto facile. Mette stress e pressione sulle famiglie. Ridurre questa pressione è molto importante. Riuscire a fare stare meglio quel bambino vuol dire dare più energia alla società. Si lavora insieme alla famiglia sul bambino, e questo fa in modo che la famiglia si senta contenta dei traguardi raggiunti. Ma è un percorso che si porta avanti attraverso grandi sforzi, soprattutto per la famiglia, spesso, per diverse ragioni, non viene portato a compimento il cammino”.
In che cosa consiste il metodo Delacato?
“La nostra è una terapia su base neurologica che definiamo senso percettiva. Valutiamo i bambini sulla base della lesione cerebrale o delle alterazioni a livello neurologico e mettiamo a punto una terapia. Per noi i bambini autistici sono bambini che hanno alterazioni senso percettive. L’approccio terapeutico si rivolge, quindi, a tutti e cinque sensi: udito, vista, tatto, olfatto e gusto. Nei bambini autistici notiamo tre varianti in cui questi cinque sensi possono essere colpiti: troppe informazioni passano attraverso quel canale sensoriale. Questo gruppo di bambini lo definiamo iper. Ci sono poi bambini in cui troppo poche informazioni entrano in quel canale sensoriale. Questo gruppo lo chiamiamo ipo. Il terzo gruppo è quello dei bambini in cui il canale in cui passa l’informazione non è compromesso ma c’è qualcosa che va a creare una distorsione, ed è quello che noi chiamiamo il rumore bianco. Questa è la base su cui si fonda la nostra valutazione”.
Cosa dice la medicina tradizionale del metodo Delacato?
“Originariamente noi eravamo degli outsider, questo 50 anni fa. Siamo stati i primi ad affermare che l’autismo era una condizione neurologica e non psicologica, e proprio per questo la si può riabilitare. Ma 50 anni fa questa affermazione fu considerata molto controversa. Nell’arco di questo mezzo secolo la qualità tecnologica degli esami diagnostici è migliorata ed è stato dimostrato che si tratta di un problema neurologico. Dal punto di vista medico, nel tempo ci siamo trovati allineati alla medicina tradizionale. Dal punto di vista dall’approccio terapeutico, dipende dai casi”.
Autismo e vaccini: che nesso c’è?
“Io sono americano e ci sono state molto controverse sia nel Regno Unito che negli Usa su questo aspetto. Ci sono sicuramente diversi casi in cui il bambino è stato danneggiato dal vaccino e ha manifestato poi segni di autismo. Statisticamente non è alta la percentuale di bambini che sono diventati autistici dopo il vaccino. Lì dove si nota il danno da vaccino è quando sono stati utilizzati virus attenuati, ora negli Stati Uniti utilizziamo vaccini prodotti con ingegneria genetica, una tipologia che ha permesso di abbassare il rischio di sviluppare autismo dopo il vaccino. La cosa triste è che intorno a questo discorso si sono create cause giudiziarie, dita puntate contro i vaccini. Si è creato uno stato di confusione”.
Ci sono altre patologie per cui è indicato il vostro metodo?
“Tutte quelle legate a lesioni cerebrali come atassia, paresi, spasticità ma anche disturbi dell’apprendimento come disgrafia, dislessia e discalculia”.
Che consiglio darebbe a genitori che hanno appena scoperto di avere un figlio autistico?
“Sto per dire qualcosa di abbastanza controverso e mi scuso in anticipo: il consiglio è quello di scappare da psicologi e psichiatri, ma di rivolgersi a neurologi e cercare di andare alla ricerca di una persona che prescriva esami diagnostici, encefalogramma, esami delle urine e del sangue. Questo è un aspetto peculiare dell’Italia: in America il campo di azione del neurologo è separato da quello dello psichiatra, in Italia è unificato, c’è la figura del neuropsichiatra. Dipende poi dalla formazione di quella persona, il propendere più per l’aspetto psicologico che neurologico, e questo il genitore non lo può sapere. Devo riconoscere il merito e apprezzare figure di psicologi che nonostante la loro formazione, con aggiornamenti e studi stanno virando verso quest’approccio”.
Per informazioni e contatti www.delacato.it
In questo articolo ci sono 5 commenti
Commenti:
Il professore Carl aveva un rispetto grandissimo per le famiglie e i ragazzi.Non ho incontrato mai nessun altro che avesse le sue doti tra gli operatori del settore.Spero che il figlio abbia ereditato dal padre la formazione culturale.
Ho una.bimba .con diagnosi di autismo lieve diagnosticata come ..disturbo parvasivo dello
Sviluppo ad alto funzionamento. Chiedo quale sia la terapia utile per migliorare ed a chi
rivolgersi .Desidero una risposta grazie
Salve Giuseppe, le consiglio di contattare direttamente il centro. Al link che trova nell’articolo arriva al sito ufficiale. A presto.
Dove posso fissare un appuntamento con il prof???
http://www.delacato.it/ qui trova tutti i contatti
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