La mia massima ambizione su come trascorrere la domenica pomeriggio con un neonato dev’essere quella di correre al pronto soccorso e piantarmi lì tre ore mentre fuori tutti si godono gli ultimi scampoli di settembre. Almeno stando alla pediatra di turno.

“Lei che madre è? Tranquilla o ansiosa?”.
Questa storia che i bambini avvertono le ansie delle mamme e si comportano di conseguenza ha davvero rotto le scatole. Non dubito che ci sia una trasmissione di stress da genitore a figlio ma ridurre ogni spiegazione a questo è eccessivo e salva troppo le coscienze.

neonato, pannolinoIl cece piange da mattina a sera, urla mentre mangia, ha sempre il singhiozzo, dorme male, è teso, non sta bene da nessuna parte. No, nemmeno in braccio. Mi sono fatta l’idea che soffra di reflusso e quando ha smesso di mangiare ho pensato di portarlo all’ospedale.

“Questo bambino non ha assolutamente il reflusso. Lei e suo marito questa sera lo lasciate ai nonni e vi andate a mangiare una pizza, così vi rilassate. E lei, mi creda, si faccia aiutare. Se vuole glielo scrivo nel referto”.

Ecco, il problema sono io. “Hai fatto fare proprio una brutta figura a mamma e papà, caro Filippo. Sei bravissimo e stai benissimo”.

Fortuna che poi ci sono anche i medici che ascoltano le mamme. Quelle che con i bambini ci passano 24 ore su 24. E che certe cose le notano eccome. E che non ci trovano nulla di gustoso o avvincente a farsi le diagnosi da sé. Quando i medici più attenti le confermano, capiscono di non essere pazze e si mordono le mani. Domenica pomeriggio si sarebbe potuti andare tutti al mare o a fare una passeggiata.