Riconoscere i giorni giusti per rimanere incinta: ovulazione, temperatura basale e analisi del muco cervicale

L’OVULAZIONE

fecondazione, ovulazione, rimanere incintaIn condizioni di normalità l’ovulazione si presenta tra il dodicesimo e il sedicesimo giorno prima della mestruazione successiva. Nello specifico il ciclo mestruale è composto da varie fasi nelle quali predominano la produzione di alcuni ormoni. Una prima fase è chiamata follicolare ed è quella in cui si prepara l’ovocita per mezzo della produzione di estrogeni in quantità sempre maggiore e progressiva. Successivamente è l’ormone luteinizzante (LH) a raggiungere il suo picco di produzione e ciò porta alla rottura dell’ovocita che corrisponde all’ovulazione vera e propria.  L’ovocita mantiene la facoltà di essere fecondato per 24 ore dopo che viene espulso. Dopo l’ovulazione, se non è avvenuta la fecondazione, aumenta la produzione di progesterone che porta alla desquamazione del rivestimento dell’endometrio (la cavità intrauterina) e si arriva così alla mestruazione.

I GIORNI MIGLIORI PER RIMANERE INCINTA

I giorni papabili per rimanere incinta, per una donna che ha un ciclo di 28-30 giorni, sono quelli che vanno dal 14esimo al 16esimo giorno, però bisogna tener presente l’azione fecondante degli spermatozoi che dura circa 4 o 5 giorni. Ovviamente si tratta di spermatozoi sani e “belli”. Ciò vuol dire che si può rimanere incinta anche se il rapporto sessuale lo si ha al decimo o undicesimo giorno di ciclo mestruale.

COME RICONOSCERE I GIORNI FECONDI: il muco cervicale

Tra i metodi che tutte le donne dovrebbero conoscere c’è la valutazione del muco cervicale. In quei giorni infatti aumenta la viscosità e l’elasticità del muco.

Un’altra opzione per riconoscere i giorni fertili riguarda la misurazione della temperatura basale che consiste nel prendere la temperatura corporea tutti i giorni, appena sveglia, e prima di alzarsi dal letto. Nei giorni clou si verificherà un leggero aumento di circa mezzo grado.

Tra quelli più in voga ci sono poi dei veri e propri computerini che calcolano il picco dell’ormone luteinizzante (LH). Alcuni, quelli più sofisticati, calcolano anche l’aumento dell’estrogeno, l’ormone che precede l’innalzamento dell’LH.  Alcuni computer invece misurano le modificazioni della saliva nella fase ovulativa attraverso un piccolo microscopio.

a cura del dottor Stefano Starvaggi
specialista in Ostetricia e Ginecologia
Poliambulatorio Nuova Medicina di Cesenatico

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