Quanti ginecologi in giro, di questi tempi.
Bar
“Una femmina, vero, signora?”
“No, maschio”.
“Strano, ha la pancia a tonda, è sicura?”
“Sicurissima”.
“A me non pare proprio”.
Supermercato
“Un maschio, eh?”
“Sì, indovinato”.
“Eh, si vede”.
“Da cosa?”
“Ha la pancia a punta”.
“Ah”.
Spiaggia
“Ma signora, come fa a portare in giro quella pancia??”
“Perché? Non mi pesa per niente”.
“Poverina, che pena mi fa. Vedrà che lo farà prima”.
“Per quanto mi riguarda può stare lì ancora un po’”.
“Stia tranquilla, dia retta a me. Lo farà prima”.
Presentazione di un libro
L’autore: “Io indovino sempre le date dei parti. La tua è il 9 giugno”.
“Ma come, così presto? Finisco il tempo il 7 luglio”.
“Allora facciamo 18 giugno. Vedrai”.
Il 18 giugno era ieri.
Per strada
“Scusi la domanda ma quanti ne ha lì dentro?”.
“Uno”.
“Impossibile, secondo me sono almeno due”.
Festa della scuola della primogenita
“Ma quanto manca?”
“Tre settimane”.
“Tre settimane? Ma guarda che lo fai prima”.
“Il medico dice che l’utero è bello chiuso”.
“Lo fai sicuramente prima”.
E poi, qualcun altro vuole dire la sua?
Ah certo, l’edicolante: “Auguri signora. Spero che non le succeda come quella donna che è morta di parto”.
Per fortuna non sono superstiziosa.
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