“Bambina tu la calza della Befana non la prendi, sei troppo grande”. Quel giorno Elisa è tornata a casa davvero ferita. Tra le 200 teste in fila per ricevere l’ambito regalo, la sua era l’unica che superava per più di una spanna quella di tutti gli altri. Era stata scambiata per una ragazzina molto più grande, invece lei aveva solo 7 anni ma un corpo imponente.
Questo aneddoto non compare nel libro di recente pubblicazione di Elisa D’Ospina, una modella curvy che imperversa sulle passerelle italiane e internazionali da qualche anno e che da tempo si prodiga nella lotta contro i problemi dell’alimentazione, quali bulimia e anoressia, promuovendo incontri nelle scuole. Questo particolare l’ha raccontato a noi di Romagna Mamma che già l’avevamo intervistata in occasione di una petizione lanciata qualche mese fa su Internet per dire no a bulimia e anoressia.
Segni particolari: taglia forte e in più, si potrebbe aggiungere, un cervello altrettanto ‘forte’, una carriera nel mondo della comunicazione e un impegno nel campo del sociale che il prossimo 21 giugno le varrà il premio Antonietta Labisi, assegnato a chi si contraddistingue per l’impegno nel sociale.
“Una vita tutta curve” edito dalla Giunti è un testo per metà autobiografico e per metà racconta il percorso nella moda e nell’impegno sociale di Elisa, definita una modella curvy grazie alla sua taglia 48 e al suo 1.84 di sana bellezza. “Nel libro narro della mia infanzia – spiega Elisa – e della mia diversità dovuta a una fisicità importante. Sin dall’asilo ero più alta di tutti e poi già in quarta o quinta elementare avevo il seno e le prime curve. Per fortuna non sono stata vittima di discriminazione grazie al mio carattere socievole, alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuta e ai compagni di classe e agli amici che ho scelto. Anche se qualche volta mi è capitato di sentire battute del tipo “ma quante volte sei stata bocciata” o cose del genere”.
Elisa crede tanto nel valore del dialogo, dello scambio e della comunicazione. Ed è per questo che nel suo libro da consigli su come volersi bene e su come accettarsi. “Quando incontro gli studenti nelle scuole, ricordo loro quanto sia fondamentale avere intorno persone positive e che ci vogliano bene”.
Sempre più ragazze e ragazzi soffrono di disturbi alimentari o in generale di disagi legati alla sfera dell’identità corporea. “La vigoressia, cioè la cura ossessiva del proprio corpo attraverso lo sport e un certo tipo di alimentazione colpisce soprattutto i maschi. Avere gli addominali a tartaruga, fare una corsa dopo aver mangiato ed evitare i grassi diventano prerogative fondamentali della loro quotidianità”.
Elisa d’Ospina nata con un corpo ‘importante’ aveva deciso da adolescente di mettere da parte la sua fisicità e di dedicarsi a tutt’altro, specie dopo che a un provino per una pubblicità fatto a 15 anni le era stato risposto che sebbene il volto, non avrebbe mai fatto niente se non avesse perso 30 chili. Gli studi, la laurea in comunicazione e il lavoro come hostess nelle fiere sembrano infatti rappresentare il suo futuro. Fino a quando il mondo della passerella non si mette ai suoi piede. “Avevo 25 anni quando a una fiera mi venne proposto di diventare una modella di taglie forti. ‘Falla fare a tua madre!’ risposi. Solo dopo capii che la proposta era vera”.
Da allora Elisa è una modella molto richiesta in Italia, negli Stati Uniti, in Spagna e in Germania e non ha mai smesso di lottare contro i pregiudizi legati all’aspetto fisico e di informare gli adolescenti sui rischi legati al mito della bellezza. “Cerchiamo conferme fisiche per avere conferme morali. Le mancanze che fanno parte della vita di ognuno di noi si riversano sul fisico, ma è il dialogo con gli altri e con noi stessi che dobbiamo curare”.
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