Quanti pianti da parte del bambino e quante notti insonni per i genitori quando i loro piccoli fanno fatica a deglutire, non vogliono mangiare e non riescono neppure a dormire a causa di alcune fastidiose e spesso doloranti bollicine che si possono formare nella loro bocca.
Candidosi, afte, herpangina, malattia bocca-mani- piedi, gengivostomatite erpetica: sono queste alcune delle manifestazioni che possono presentarsi nel cavo orale dei più piccoli e produrre una serie di complicazioni spiacevoli se non trattate adeguatamente. “In tutte queste situazioni – spiega il dottor Piero Casavecchia, dello Studio Dentistico Casavecchia di Ravenna (via Matteucci, 1), specializzato in Odontostomatologia all’Università di Bologna, e in Parodontologia (la disciplina che studi ala cura delle malattie delle gengive) alla Goldman School di Boston (USA) – è molto importante procedere con una diagnosi differenziale, perché a seconda del problema che ci si trova davanti si deve scegliere una determinata terapia”.
Con le afte, per esempio, si possono utilizzare del cortisone e delle soluzioni topiche a livello locale. “Le afte – specifica il dottor Casavecchia – fanno parte di quelle malattie autoimmuni, che si evidenziano sotto forma di piccole ulcere di colore bianco-giallastro, spesso molto dolorose e che compaiono sulla lingua, nella parte interna delle guance e sul pavimento della bocca”. Alcuni cibi come il cioccolato, le arance, il pomodoro e in generale tutti gli alimenti acidi e caldi possono sia rappresentare l’elemento scatenante delle afte che rendere la deglutizione molto difficile, provocando bruciore. “Le afte, in alcuni casi – continua lo specialista – se persistono, possono rappresentare anche il campanello di allarme di sindromi molto serie come la celiachia o il morbo di Crohn”. Inoltre le afte possono essere post-traumatiche, cioè comparire dopo manovre attuate dal dentista stesso, quali il gancio della diga, utilizzata per curare la carie di un dente o dopo l’anestesia.
Quando le lesioni sono invece più piccole e confluenti ci si trova davanti alla gengivostomatite erpetica. “In tal caso l’utilizzo di colluttori a base di clorexidina per igienizzare la bocca ed evitare infezioni non basta più, ma bisogna passare all’uso di antivirali e di antipiretici, specie se la manifestazione è accompagnata da febbre e spossamento”. L’erosione provocata dalla gengivostomatite erpetica, una malattia virale che fa parte della famiglia dell’herpes, assomiglia molto a quella delle afte e proprio per questo è importante rivolgersi a un dentista in grado di distinguerle una dall’altra per procedere poi con il trattamento specifico.
Tra le altre manifestazioni virali abbiamo l’herpangina che si presenta solo sul cavo orale, senza manifestazioni cutanee ed è più contagiosa dell’herpes. “Si tratta di un virus, che viene trattato con terapia sintomatica e che fa parte della stesso gruppo della malattia bocca-mani e piedi. Una sindrome che colpisce molti bambini nei primissimi anni di vita”.
Anche i funghi possono far la loro comparsa nella bocca dei bambini. La candidosi, conosciuta meglio come mughetto, può apparire nel neonato sin dalla seconda settimana di vita. “La candidosi – conclude il dentista – si presenta come un insieme di filamenti biancastri ed è un fungo che riguarda sia i bambini che le mamme. Può infatti trovarsi nell’utero e nella vagina della madre senza evidenti manifestazioni cliniche e quindi può essere trasmessa al neonato quando attraversa il canale del parto. Inoltre può presentarsi in ogni situazione in cui c’è un abbassamento delle difese immunitarie, come dopo l’assunzione dell’antibiotico, o dopo un periodo di stress o di malattia. In questo caso si deve fare un tampone del cavo orale e procedere con la terapia antimicotica.
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