Sempre più maschi rispettosi del corpo femminile: la consapevolezza si insegna a scuola

Schermata 2014-05-29 a 10.11.07 AMDa un documentario a un libro fino a un progetto di educazione nelle scuole. E’ questo il percorso di “Il corpo delle donne” un lavoro sulla mercificazione del corpo femminile da parte dei mezzi di comunicazione italiani ideato da Lorella Zanardo.

Ieri mercoledì 28 maggio alle 11 l’autrice era nell’aula magna del Liceo artistico Nervi Severini in occasione della premiazione del concorso “Immagini amiche e non”, promosso dalle associazioni Udi, Linea Rosa, Femminile maschile Plurale, in collaborazione con l’Osservatorio Immagini Amiche. Il concorso rivolto a studenti e studentesse aveva l’obiettivo di sensibilizzare ad un uso corretto della comunicazione, premiando la produzione di una pubblicità rispettosa dell’immagine della donna, creativa e propositiva rispetto al ruolo effettivamente svolto dalle donne nella società.

Un calendario con esposte per ogni mese due fotografie, una di una donna rappresentata come un corpo-oggetto e l’altra di un personaggio femminile che ispiri valori culturali e intellettuali è uno dei progetti presentati dai ragazzi del Liceo artistico. “Da Alda Merini alla donna-oggetto – racconta Lorella Zanardo – è questo uno dei modi in cui i ragazzi di questa scuola hanno elaborato la tematica della mercificazione del corpo femminile. La cosa che mi stupisce ogni volta che mi presento nelle classi è che sono sempre più maschi a diventare consapevoli delle insidie della pubblicità”.

Secondo una ricerca del Censis la pubblicità italiana è la peggiore in fatto di presentazione della donna in tutta Europa. “E’ difficile per tutti ma soprattutto per le nuove generazioni, i ‘cosiddetti nativi tecnologici’ – continua Lorella – staccarsi da questa visione umiliante del femminile. La cosa che conta però è diventarne consapevoli e sviluppare uno sguardo critico”.

Lorella Zanardo insieme al suo team di collaboratori ha dato vita a un progetto e a un sito “Nuovi occhi per i media” che stanno presentando in tantissime scuole italiane. “La differenza – aggiunge Lorella – la fanno gli insegnanti che rappresentano il miglior strumento di discriminazione in questo ambito. Quando ci rechiamo nelle scuole, i ragazzi che sono stati sensibilizzati al tema sono più ricettivi e propositivi. In quelle classi invece nelle quali questo non accade, all’inizio i ragazzi sembrano meno interessati, le femmine addirittura frastornate”.

Far capire che tutte le persone, indipendentemente dal sesso che le contraddistingue,  hanno la stessa importanza e che nessuno dovrebbe essere considerato o guardato come merce dell’altro è un processo che dovrebbe iniziare sin da subito. “Noi stiamo pensando – conclude Lorella Zanardo – di presentare un progetto per le classi delle scuole materne, pensato ad hoc per questi bambini che sono esposti sin dalla tenera età a cartoni animati che in molti casi sono portatori di stereotipi e di pregiudizi”.

ragazzi spiaggia

 

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