L’ultimo saluto ad Alessio Lunardini è un prato sotto il sole. Sono migliaia di petali di fiori sparsi a terra. E poi tanta musica, un paracadute che da un aereo scende verso le centinaia di partecipanti presenti alla cerimonia alla Spreta, famiglie intere con bambini anche molto piccoli. Ma sono soprattutto i suoi compagni di break dance, che dopo la funzione officiata da Silvano Gentilin, ministro di Scientology, radunano la gente intorno a sé per muoversi, ballare, sfogarsi. E sono i suoi genitori, Viera e Stefano, testimoni di una forza inconcepibile per quanto marmorea: “Quello che Alessio ci ha dato in questi anni – ha detto la madre – non abbiamo mai cercato di definirlo a parole. Ma posso assicurare che ce lo siamo goduto. Lui era l’esempio luminoso di quello che la vita può e deve essere e la sua brillante immensità noi continueremo a sentirla tutta. Dobbiamo trasformare questo momento brutto in qualcosa di bello, perché è la vita a essere bella. Alessio non vuole vederci piangere. Quando uscite di qui, quindi, diffondete il suo messaggio”. Un discorso al quale il padre non ha potuto che fare eco: “Mia moglie mi ha rubato le parole. La festa di oggi è molto meglio di quella che avrei potuto pensare per il funerale di mio figlio. Grazie per tutti quelli che hanno deciso di essere qui: è bello e toccante vedervi”.
Commosso il maestro di Alessio dei Lasagna Style, Fausto detto Fast: “Abbiamo passato momenti indimenticabili con Alessio, dovrò essere molto forte per fare reagire il mio gruppo. Alessio era come un barattolo ma sprigionava un’energia pazzesca”.
La bara bianca, i video con le sue esibizioni che scorrono su uno schermo, le foto da portare via come ricordo e il panello con una delle sue immagini più belle, dove è sorridente e positivo: tutto questo, come in un funerale tradizionale, c’è. Così come c’è il discorso di Gentilin, che ricorda Alessio come “un ragazzo straordinario, creativo, entusiasmante, comunicativo e vitale, oltre che un campione”. Così come ci sono le istituzioni, rappresentate dalle assessore del Comune di Ravenna Martina Monti e Ouidad Bakkali. Ma il resto è davvero festa, applausi, e quell’addio detto a mille voci all’unisono. E che pare addirittura senza il groppo in gola.
(Foto servizio a cura di Barbara Gnisci)
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta