Luca rimarrà forse un po’ sorpreso, magari si irrigidirà un attimo. Ma poi sorriderà, si lascerà andare e si godrà la festa. Di Luca, un ragazzino autistico di Ravenna, abbiamo parlato in più occasioni, intervistando la mamma Marina e parlando di Mirabilandia che la scorsa estate lo ha in pratica “adottato”. Il 28 maggio dalle 11,20 alle 13,45 il liceo artistico, nella sede di via Tombesi Dall’Ova, su iniziativa di Marina, gli dedicherà una festa in giardino . Fatto insolito ma di sicuro impatto per lui e i suoi compagni. E tra i protagonisti ci sarà anche Ermes Assirelli, l’insegnante di sostegno che da settembre scorso segue Luca per 16 ore alla settimana sulle 25 totali che frequenta la scuola.
Ermes, è la prima volta che lavora con un ragazzino autistico?
“Sì, per cinque anni ho seguito una ragazza con ritardo mentale ma questa è la prima volta in cui ho davanti a me ho un caso di autismo, come da diagnosi. La mia esperienza con Luca, finora, è stata importante e forte. Luca ti sfida, ti mette alla prova. Ma il legame che si è creato è speciale”.
Succede sempre così tra alunno disabile e insegnante di sostegno?
“No, succede un po’ grazie al caso e un po’ perché si creano delle condizioni favorevoli. All’artistico, per esempio, c’è molta collaborazione tra i docenti, ci sono ragazzini molto sensibili al problema di Luca, c’è un ambiente piccolo e quindi molto più adatto alla situazione. Io, poi, ho la fortuna di avere carta bianca: posso entrare e uscire dall’aula, insieme a Luca, ogni volta che lo ritengo più giusto. Ed è molto positivo”.
Quanto è difficile mettere in pratica tutte le belle parole come “inclusione” e “integrazione”?
“Lo è ma anche in questo caso dipende da diversi fattori. L’integrazione di Luca con gli alunni cosiddetti normodotati si tocca con mano. Tanto è vero che per la festa del 28 maggio la mamma ha chiesto all’animatrice di predisporre attività per i suoi compagni, non specifiche su di lui. Luca, a modo suo, farà la sua parte, si farà coinvolgere. E sono sicuro che tirerà fuori la sua allegria e si divertirà”.
Esiste, in questo caso, il problema che per motivi di graduatorie, contratti, precariato, il legame tra lei e Luca venga a rompersi il prossimo anno?
“Io per fortuna sono di ruolo, quindi al 99% continuerò ad essere il punto di riferimento di Luca. Purtroppo gli insegnanti di sostegno vivono ancor più degli altri il problema del precariato a questo non facilita le cose, soprattutto in presenza di legami forti che si creano tra docenti e alunni disabili. Essere di ruolo è una garanzia affinché questo rischio venga scongiurato”.
Essere un punto di riferimento così importante cela anche aspetti negativi?
“In parte sì, perché il rapporto può diventare una dipendenza, che bisogna cercare ogni tanto di allentare. Io, lo dico con modestia, sono consapevole di essere diventato per Luca un porto sicuro, un appoggio imprescindibile”.
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