L’epidurale, all’ospedale di Ravenna, diventa un servizio garantito 24 ore su 24. Una conquista voluta dal responsabile del Servizio di Partoanalgesia dell’Ausl Massimo Innamorato, che dal 6 gennaio scorso ha a disposizione, in ogni momento del giorno e della notte, un anestesista dedicato. Una novità importante che fa il paio con la gratuità del servizio: “La nostra scelta è molto diversa da quella di Bologna, dove il parto in analgesia viene fatto pagare alle partorienti in età 27-37 anni, che è la fascia d’età nella quale, non a caso, la maggior parte delle donne diventa mamma”.
A Faenza e Lugo, invece, nulla da fare: “Il problema è che, in generale, solo il 2 o 3% degli anestesisti rianimatori si occupa di parto in analgesia. E quindi non tutte le strutture riescono a garantire il servizio: per renderlo attivo a Ravenna, io ho avuto bisogno di sette medici a disposizione che ruotano e che, ovviamente, abbiamo accuratamente formato”. Uno di loro è Andrea Ferradino, che in materia di epidurale sfata i molti luoghi comuni che stentano a scomparire: “L’incidenza del numero dei tagli cesarei su chi sceglie l’epidurale non è diversa da quella che riguarda chi fa un parto normale. Anche le lacerazioni vaginali sono le stesse. E non è vero che il periodo espulsivo viene rallentato, al massimo può trattarsi di dieci minuti in più. Così come il periodo della dilatazione: analgesia o meno, il tempo è bene o male lo stesso”.
Massimo Innamorato, dopo sette anni di epidurale a Ravenna, non ha l’obiettivo di convincere le donne a scegliere il parto in analgesia. “Dico solo che l’esperienza l’abbiamo, che chi diceva che la donna doveva partorire con dolore era, non a caso, un uomo. E che se la partoriente è convinta di volerla fare, nessuna ostetrica dovrebbe metterle dei dubbi. Una volta che ginecologo e anestesista hanno verificato che la donna è adatta e non ha problemi, l’epidurale va pretesa”. Eppure qualche resistenza ancora c’è: “Ora si parla molto di naturale ma dal momento in cui una persona entra in ospedale, di naturale non c’è più niente”. E Ferradino gli fa eco: “Nessuna donna partorisce dietro ad un cespuglio. Tutte, durante la gravidanza, si sottopongono a visite, ecografie, controlli. Non ha senso ricordarsi della natura solo quando si arriva al parto”.
Da settembre, con tutta probabilità, a Ravenna arriverà anche il doppio consenso informato: “Qui facciamo firmare chi sceglie il parto in analgesia. Ma come fanno in tutta Europa, dovremo iniziare a fare firmare anche chi sceglie di non farlo. Se una donna non ha seguito il percorso, non la si può fare decidere durante il travaglio, quando è in una condizione di estrema debolezza”. Quanto a travaglio e parto in acqua, nonché ad altre tecniche non farmacologiche, Innamorato è chiaro: “Non confondiamo le cose. La peridurale riduce il dolore, l’acqua può rilassare. Non ci sono dati scientifici che dimostrano come entrare nella vasca aiuti a controllare il dolore. Quando verranno pubblicati dati precisi su riviste di settore, allora mi convincerò anche io della validità del parto in acqua”.
Anche Sandro Giardina, ginecologo dell’ospedale, conferma le tesi di Innamorato: “L’unica tecnica che fa passare il dolore da dieci a due è l’epidurale”.
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Commenti:
Io ho partorito a dicembre 2013, e confermo in tutto e per tutto ciò che dice il sign. Innamorato. Ho fatto il parto in analgesia e è stata un’esperienza meravigliosa che rifarei. Non avevo praticamente più dolore e potevo comunque camminare sulle mie gambe ( non è vero che non ti senti più le gambe). L’ ostetrica e l’ anestesista mi hanno aiutato moltissimo e mi hanno messo a mio agio.Ricorderò questa esperienza, grazie a loro, sempre come un’esperienza piacevole.Veramente grazie!!!!
Era ora!! C’è ancora molta strada da fare però…
Anche il post parto deve essere garantito in assenza di dolore!!!
Mi riferisco in particolar modo alla somministrazione di antidolorifici dopo taglio cesareo!La mia esperienza personale non è stata positiva…Svanito l’ effetto dell’anestesia mi sono trovata a dover elemosinare terapie farmacologiche che placassero il dolore!La cosa ancor più triste è stato il dover discutere con l’ ostetrica di turno la quale sosteneva di poter stabilire il mio grado di dolore assegnandoli un punteggio della scala del dolore inferiore …
Io ho partorito due volte, entrambe senza epidurale x scelta: la prima volta con flebo di ossitocina x tutto il travaglio e lo ricordo come un incubo, se tornassi indietro, medicalizzazione x medicalizzazione, farei l’epidurale. La seconda volta con travaglio spontaneo, passato tutto in acqua, tra docce e vasca ed è stato bellissimo. Le contrazioni si avvertono la metà con l’ausilio dell’acqua, il dolore c’è, ma è fisiologico, umano, sopportabile. Non ci saranno studi scientifici che lo dimostrino, ma c’è l’esperienza delle donne, che andrebbe ascoltata un pò più spesso, sia quando chiedono legittimamente l’epidurale che quando non la vogliono.
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