Depresse dopo il parto: “Ma non siamo cattive madri”

Schermata 2014-05-21 a 11.10.18 AM“E’ solo un brutto sogno, ora mi sveglierò e tornerò a casa, alla mia vita di sempre”. E’ questo ciò che ha pensato Valentina Colmi quando si è ripresa dall’anestesia che le era stata somministrata per dare alla luce sua figlia Paola.

“Un cesareo non lo avevo proprio considerato – continua Valentina – avrei voluto vedere la mia bambina uscire dal mio corpo, invece quello che ho visto quando ho riaperto gli occhi sono stati tanti tubi intorno al mio letto e un’estranea davanti a me”.

Di baby blues, quella sorta di stato malinconico che spinge molte neo mamme a piangere, a irritarsi e a stare in ansia in continuazione senza un motivo valido apparente che di solito dura una quindicina di giorni dopo il parto e si risolve spontaneamente e di depressione post-partum, una condizione cronica invece che può durare qualche settimana o addirittura per un periodo molto più lungo e manifestarsi come depressione accompagnata anche da forme di psicosi se ne parla poco, molto poco.

“Ero arrabbiata perché nessuno mi aveva avvertito rispetto a quello che poteva accadere. Tutti parlavano della nascita di un figlio, del parto, dell’allattamento come qualcosa di naturale, ma per me di naturale non c’era proprio niente. La mia vita stava andando a rotoli”.

Valentina piange in ospedale quella sera che suo marito è costretto a lasciarla sola per rispettare gli orari del reparto e piange perché non riesce ad allattare la sua bambina. “L’unica cosa che volevo era riprendermi dall’operazione e pensare a me, occuparmi di un neonato era impensabile in quel momento ed è così che ho cominciato a sentirmi una cattiva madre”.

L’amore materno di cui si parla tanto e che molti definiscono come qualcosa di istintivo non è così immediato per tutte. Molte donne infatti si sentono in colpa quando alla vista del proprio piccolo non se ne innamorano all’istante. Altre ancora invece, per cultura, per educazione o per inconsapevolezza credono di farlo.

“Per i tre mesi successivi ho continuato a star male, a non voler rimanere sola con Paola, e nonostante la presenza costante di mio marito, ho capito che avevo bisogno di aiuto. Mi sono rivolta al servizio per mamme con depressione post-partum offerto dall’ospedale Niguarda di Milano e ho iniziato un percorso terapeutico”.

Quando si intraprende una terapia psicologica si sa da quale porta si entra ma non si immagina da quale si uscirà, né tantomeno quante altre se ne apriranno nel frattempo. “Pian piano insieme alla mia terapeuta, ho cominciato con l’indagare molto ambiti della mia vita e anche il rapporto con i miei genitori. Io che ero sempre stata una figlia perfetta, mi ero sentita improvvisamente inadeguata davanti alla mia”.

Ora Valentina sta bene, è uscita dal tunnel, come si dice in gergo, e ha deciso di mettere a disposizione di altre donne la sua esperienza. “Quando incontro altre mamme al parco e racconto quello che mi è successo, alcune abbassano lo sguardo, c’è ancora molto pregiudizio nei confronti di questa condizione poco conosciuta ma molto più diffusa di quanto si creda”.

Proprio per questo Valentina Colmi, giornalista free lance di professione, ha creato un sito internet www.post-partum.it nel quale oltre a raccontare la sua storia personale raccoglie servizi, articoli e interviste riguardo all’argomento. “Almeno on line in Italia di depressione post-partum se ne parla poco. Ogni settimana faccio la rassegna stampa dei siti stranieri e pubblico costantemente i pezzi sul mio sito insieme a interviste e approfondimenti che faccio grazie a esperti del settore, come psicologi che magari hanno in cura donne che stanno proprio affrontando questo problema”.

Per aiutare e tendere una mano verso chi magari in questo momento sta guardando suo figlio appena nato e non lo riconosce ancora come parte si sé, per raccontare la propria esperienza e informare chi, ha appena partorito, si sente sola e confusa sebbene la sua stanza d’ospedale sia piena di amici e parenti, per parlare di un argomento considerato da molti ancora tabù, per scardinare i pregiudizi legati alla depressione e in generale alla malattia mentale, per tutti questi motivi Valentina Colmi ha ideato questo sito. Per far sì che non ci si vergogni e non si tenti di nascondere un disagio che una volta affrontato ci rende delle mamme migliori.

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