“Ogni figlio, un dente” è un detto romagnolo che usavano le nonne per sottolineare l’associazione esistente tra la nascita di un bambino e i problemi legati alle gengive. Di generazione in generazione questa verità dal sapore popolare è giunta fino a noi al punto tale che, come spiega il dottor Piero Casavecchia, sempre più spesso, anche negli ambienti scientifici, viene evidenziata la relazione tra malattie gengivali e complicanze in gravidanza.
Chiediamo quindi al dottor Casavecchia dello Studio Dentistico Casavecchia di Ravenna (via Matteucci, 1), specializzato in Odontostomatologia all’Università di Bologna, e in Parodontologia (la disciplina che studia la cura delle malattie gengivali) alla Goldman School di Boston (USA), quali siano le cause delle infiammazioni gengivali che, in alcuni casi, si scatenano durante i fatidici nove mesi.
“In gravidanza, le variazioni ormonali – spiega il dottore – causano una vasodilatazione che rende le gengive più infiammabili e quindi più attaccabili da parte dei batteri. Inoltre molto spesso la donna è così concentrata sul proprio bambino e sui cambiamenti che sta attraversando da trascurare l’igiene orale della propria bocca”.
Quali sono le patologie alle quali si può andare incontro?
“Una scorretta igiene orale può facilitare lo sviluppo di una gengivite e se non si interviene tempestivamente questa può trasformarsi in una parodontite, eventualità molto comune considerando il preconcetto secondo il quale, in gravidanza non si va dal dentista perché nuoce alla salute del bambino. Oggi non è più così, perchè i dentisti possono operare in sicurezza e prescrivere farmaci che non attraversano la placenta come il paracetamolo e la amoxicillina e che non recano nessun danno al feto. Inoltre bisogna tener presente che l’infiammazione gengivale può indurre un parto prematuro e la nascita di neonati sottopeso, perché i componenti infiammatori possono attraversarla invece. Quindi è estremamente importante curare la salute di denti e gengive in questa fase della propria vita”.
Qual è il comportamento da usare in gravidanza per preservare la salute della propria bocca?
“Innanzitutto lavarsi i denti tre volte al giorno, usare il filo interdentale almeno una volta alla settimana e sottoporsi a una serie di controlli durante i nove mesi. E’ consigliata addirittura una visita di prevenzione qualora si programmi di rimanere incinta per risolvere tutti i problemi più urgenti. Bisogna sottoporsi poi a un ulteriore controllo durante il secondo trimestre di gestazione. Questo è il periodo più sicuro per interventi di routine, quali curare una carie o addirittura fare un’estrazione, perché a questo punto l’embriogenesi è completata, il feto è formato e non c’è rischio di parto prematuro”.
E’ vero che il vomito al quale sono soggette molte donne specie nei primi mesi di gestazione può rovinare i denti?
“L’iperemesi gravidica è un problema di cui soffrono molte donne e l’acidità del vomito ha la facoltà di corrodere lo smalto dei denti. In questi casi è indicata una fluoroprofilassi topica, quindi l’utilizzo di dentifrici e colluttori al fluoro. Inoltre bisogna curare l’alimentazione, mangiando pane, biscotti e bevendo molta acqua che tampona l’acidità ed evitando cibi acidi come lo yogurt e la frutta. In casi più gravi si può intervenire, dopo il parto, con alcuni trattamenti mirati. Infatti è fortemente consigliato di sottoporsi a una terza visita a sei mesi dal parto”.
Quindi niente controlli durante il terzo trimestre?
“No, a meno che non sia particolarmente urgente. In questa fase diventa proprio difficile operare date le dimensioni della donna, inoltre sono sconsigliati interventi importanti perché l’uso dell’anestesia, innocua nel secondo trimestre, potrebbe creare degli spasmi dovuti al vasocostrittore contenuto e quindi indurre il parto”.
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