La maternità come impedimento al lavoro e viceversa. Mentre il tasso di natalità italiano resta tra i più bassi del mondo, il tasso di occupazione femminile – lo dicono i dati Istat – non cessa di scendere, attestandosi al 46,4%. Solo nelle Marche – questa volta è la Cgil a dirlo – sono 573 le mamme che lo scorso anno si sono dimesse nel primo anno di vita del figlio, durante la gravidanza o dopo la nascita. A queste vanno aggiunti 70 padri. Il 18% di chi si dimette volontariamente (in base alla legge Fornero) trova un’altra occupazione. Numeri bassi, ai quali vanno sommati quelli delle lavoratrici (e in misura minoritaria dei lavoratori) in condizioni di precariato.
Per il 22% di chi lascia il lavoro manca un familiare a cui affidare il bambino, il 18% non ha avuto l’iscrizione al nido, l’8% si lamenta degli elevati costi dei servizi nido e baby sitter. Il 2% si dimette per mancata concessione del part-time. I dati della Provincia di Ravenna (ma relativi al 2012) li avevamo invece raccontati qui.
I rapporti tra maternità e lavoro li ha studiati nel dettaglio l’Istat. Nel 2010 erano occupate il 64,7% delle donne incinta, che sono scese al 53,6% due anni dopo la nascita del bambino. Quelle che sono state licenziate sono il 23,8%, quelle il cui contratto non è stato rinnovato o l’azienda ha chiuso sono il 15,6%, quelle che dichiarano di essersi licenziate sono il 56,1%. In dieci anni, in pratica, le donne che hanno perso il lavoro sono aumentate del 40%. Nel 2012 quasi una madre su quattro a distanza di due anni dalla nascita del figlio non ha più un lavoro, un dato stabile nel tempo.
Come riporta La Stampa, secondo la direttrice del Dipartimento Statistiche Sociali dell’Istat Linda Laura Sabbadini il vero nodo sta nella conciliazione dei tempi di vita delle persone: non solo congedi e scarsi servizi frenano la realizzazione professionale delle mamme. Il problema sta anche nella rigidità dei ruoli in famiglia: le donne sopportano ancora la maggior parte del carico del lavoro domestico e di cura dei figli. Uomini, fatevi avanti.
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