E’ la storia, raccapricciante, di Valentina e Fabrizio, una coppia di Roma alla quale il Tribunale ha dato ragione sollevando dubbi di costituzionalità sulla legge 40 la quale vieta alla coppia di ricorrere alla fecondazione assistita nonostante la donna sia portatrice di una malattia genetica.
Ma Valentina, oltre al vicolo cieco a cui la costringe la legge, ha anche provato un’altra esperienza, che non sarebbe da augurare a nessuna donna. Nel 2010 scopre di essere incinta. Valentina sa da quando aveva 20 anni di essere portatrice di una malattia genetica che può trasmettere ai figli. A cinque mesi scopre che la bambina che aspetta non solo è malata, ha una bassissima aspettativa di vita. Decide dunque di avvalersi di quanto prevede la 194: interrompere la gravidanza. Ma all’ospedale Pertini, dove viene ricoverata, una volta avviata la procedura per l’aborto, viene lasciata sola in camera perché tutti i medici sono obiettori e di notte abortisce nel bagno.
Ecco il video della sua testimonianza, rilasciata durante la conferenza stampa dell’associazione Luca Coscioni, che si batte per i diritti delle donne a ricorrere alla fecondazione assistita.
Domani su Romagnamamma.it la testimonianza di un’altra donna che ha abortito anni fa in un ospedale della Romagna.
Se anche voi avete un’esperienza simile da raccontare, scrivete a redazione@romagnamamma.it, oggetto legge 194.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta