A caccia di pigne: “Ecco come racconto Ravenna ai bambini”

Capita che quello che fai per anni e che ti viene bene, quasi automatico, non venga scritto da nessuna parte. Ma si può sempre correre ai ripari. A Silvia Togni, presidente del sindacato guide e accompagnatori di Ascom-Confcommercio, l’idea è venuta dagli insegnanti e dai genitori che lamentavano la mancanza di guide turistiche di Ravenna pensate per i bambini. Un problema reale che lei ha deciso di colmare. E che oggi l’ha portata alla soglia della terza pubblicazione, quella che per scaramanzia non anticipa: “Come la trilogia del Signore degli Anelli, anche io voglio completare il lavoro che ho iniziato sulle pigne”. Ebbene sì, la pigna è il fil rouge del progetto di Silvia. Il suo primo libro si intitola “Una pigna per Ravenna”, il secondo “A Ravenna una pigna tira l’altra”, entrambi editi da Longo e illustrati da Enrico Rambaldi.

Silvia Togni sarà domani alle 17 alla Libraffa di Ravenna per un laboratorio a tema: “Le pigne non sono solo quelle dei pini ma sono anche architettoniche. Spesso, con i bambini, andiamo a caccia di pigne, così come di pavoni e stelle. La modalità giocosa e di scoperta appassiona anche i più piccoli e i simboli restano più impressi nella loro memoria”. Anche il secondo libro, quello a cui è dedicato il laboratorio di domani e che è incentrato sugli aspetti naturalistici del Ravennate, è fatto di illustrazioni e testi dal linguaggio accessibile, così da prestarsi bene al gioco: “Ai bambini, per esempio, mostro il becco di un uccello e faccio indovinare che cosa mangia”. Silvia, oltre a guida turistica, è anche guida ambientale ed escursionista: “Valli, dune, saline sono anch’essi luoghi del mio lavoro, anche se meno di frequente”.

Quest’opera di divulgazione Silvia non la fa per soldi. Il finanziamento che ha ricevuto dalla Fondazione del Monte di Ravenna e Bologna le è servita a coprire le spese di pubblicazione e di distribuzione nelle scuole: “L’ho fatto per passione. I bambini che ho accompagnato in dieci anni in giro per la città sono state un po’ le mie cavie. Riportare tutto sulle pagine è stato un lavoro complesso ma che di fatto avevo già sperimentato sul campo”.