Trentadue anni lei, 30 anni lui, si conoscono in chat. È il ’98, momento in cui cominciano a proliferare le relazioni on line. Maura e Giorgio si scambiano dei messaggi ogni tanto, la sera si chiedono come è andata la giornata, spesso parlano del più o del meno. Roma, Brescia e l’isola d’Elba saranno i luoghi in cui si consumerà questa storia d’amore, una storia qualunque, una come tante, nata senza troppa intensità.
Dopo qualche mese dai primi approcci decidono di incontrarsi a Roma. Lui si rivela un costante e attento corteggiatore. Lei all’inizio non ne è attratta ma le attenzioni e l’interesse che le dimostra, alla fine la conquistano. In estate Giorgio invita Maura a trascorrere qualche giorno nella sua casa all’isola d’Elba. Le giornate passano veloci in compagnia e prima di partire, abbracciati guardando il mare, entrambi piangono: l’idea di lasciarsi diventa un dolore.
E così inizia la storia di Maura e Giorgio, con i fine settimana in treno, tra Roma e Brescia, e il resto dei giorni a pensare a quei momenti vissuti insieme: “Il week end vivevamo sulle montagne russe – racconta Maura – dormendo poco o nulla, sempre in giro a divertirci. Mi faceva sentire così viva”. Quasi subito lui le manifesta la sua gelosia: “Ho sofferto molto, ho trovato mia moglie a letto con un altro. A causa di quella brutta avventura ci ho guadagnato anche una denuncia”’ le racconta Giorgio. Ma lei lo consola: “Non ti preoccupare, con me puoi stare tranquillo”.
Maura si innamora di Giorgio, lui è così intelligente, pieno di fantasia, carino e le vuole bene. A lei non dà fastidio la sua possessività, è solo una sfaccettatura dell’amore. Almeno così pensa.
Ma di amore non si tratta e Maura lo intuisce a un certo punto quando il finale della frase che lui le dice sempre, “quando siamo in un locale so dove cercarti, basta seguire lo sguardo degli altri uomini e lì ci sei tu, che sei la più bella” si trasforma in “… basta seguire lo sguardo degli altri uomini, che guardano te che sei una mignotta”.
Giorgio la fa vestire bene, invitandola a “mettere tacchi e minigonna” ma poi si ingelosisce e litigano. Le scenate durano poco, smussate anche dalla lontananza vissuta dal lunedì al venerdì, visto che ognuno resta nella propria città. Fino a quando un giorno lui la prende per il collo perché Maura è in ritardo di un’ora, anche se lo ha avvertito che ha avuto un contrattempo al lavoro. “E se adesso stringo?” – “Stringi, dai!” e invece non ha stretto, racconta Maura.
“Quando ho deciso di lasciarlo era già troppo tardi, mi ha minacciata, avrebbe raccontato delle cose intime di me alla mia famiglia, avrebbe fatto male ai miei genitori, non mi avrebbe mai lasciata in pace. Ero stanca, annientata, a ogni litigata deponevo le armi. Mi ha preso per i capelli e mi ha costretta ad andare con lui a Brescia”.
Maura è stanca, non ce la fa più, ma una parte di lei gli dà ragione, si sente responsabile, non è brava, non fa abbastanza per lui, la storia non è ancora finita: “Nella situazione psicologica nella quale mi trovavo e con tutte le minacce che mi rivolgeva, mi sembrava una situazione insormontabile da superare. Ma mi aveva messo le mani addosso e ho sentito che lo avrebbe fatto ancora”.
Maura riesce a lasciare Giorgio, ridistribuisce le colpe e i malumori. Da quel gennaio del 2000 è perseguitata telefonicamente, anche 300 volte al giorno. Lui nel frattempo si mette con un’altra ma fa di tutto per vedere Maura. Si apposta sotto casa, si finge malato terminale, la fa chiamare dagli amici, le fa raccontare di un incidente quasi mortale.
Lei non ci crede mai, cambia numero di telefono, ma lui ogni volta la ritrova, cambia casa e lui trova il nuovo indirizzo. “Quando sentivo la sua voce, dopo un breve periodo in cui non era riuscito a contattarmi, mi sentivo morire, braccata, un animale in trappola”. Allora arriva la denuncia per minacce, ma lui non desiste, le giornate di Maura sono scandite dalle parolacce, dai silenzi, dagli squilli in piena notte, dall’ombra che la raggiunge al portone di casa alla sera prima di rientrare.
Finalmente lui le chiede scusa, è la prima volta che lo fa. “A un tratto mi sono sentita a casa – ricorda Maura – ci siamo sciolti in un abbraccio, ma dopo qualche settimana ha ricominciato con la violenza, non fisica, di sicuro verbale e costantemente psicologica”. Maura allora chiude definitivamente.
Da febbraio del 2000 non l’ha più rivisto. Nel frattempo ha anche scoperto che nessuna moglie lo aveva mai denunciato. Chissà quante bugie le ha raccontato Giorgio, chissà chi è veramente Giorgio. “ Oggi mi sento diversa, sono libera, non solo perché lui mi cerca al massimo due o tre volte all’anno, ma perché è Maura che è cambiata. Mi sono fatta aiutare, sono stata in psicoterapia. Oggi sono più forte, pronta a dire di no, a difendermi da qualsiasi Giorgio che voglia ancora tenermi lì e farmi soffrire”.
Maura alla fine ha ritirato la denuncia, perché stava cadendo in prescizione. Giorgio ha smesso di tormentarla e le ha pagato i danni. Maura è stata ospite del programma Amore Criminale nel 2013.
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