La pillola del giorno dopo non è aborto e va prescritta

La pillola del giorno dopo non è equiparabile all’aborto e quindi per i medici non è possibile l’obiezione di coscienza: le pazienti devono ottenere la prescrizione. L’annosa questione è stata risolta dalla Gazzetta ufficiale la quale lo scorso 4 febbraio ha pubblicato la revisione della scheda tecnica da parte dell’Agenzia italiana del farmaco. Il punto saliente della scheda tecnica della pillola del giorno dopo a base di Levonogestrel (Norlevo) è il seguente: alla dicitura “il farmaco potrebbe anche impedire l’impianto” è sostituito “inibisce o ritarda l’ovulazione”. Questo significa, appunto, che non siamo di fronte a una pratica abortiva ma ad un semplice contraccettivo. Con queste poche parole pare dunque chiudersi un’epoca: la legge parla chiaro.

La nuova norma è stata salutata con soddisfazione dalla Società medica italiana per la contraccezione il cui presidente Emilio Arisi ha fatto sapere: “Cade definitivamente l’appiglio che consentiva ai medici obiettori di coscienza di negare la somministrazione della contraccezione di emergenza. Si colma così un gap noto da anni a tutta la comunità scientifica  e si corregge una vecchia scheda tecnica che risale al 2000″.

“Troppe volte – prosegue la Smic in una nota – alle donne è stato negato il diritto ad accedere alla contraccezione d’emergenza nascondendosi dietro la sua presunta abortività. Un atteggiamento inaccettabile,anche perché chi fa ricorso alla contraccezione d’emergenza vuole evitare di dover incorrere in un aborto”.

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