Bologna: mamma dona il latte ai prematuri, il Comune nega accesso alla Ztl per il ritiro

Una settimana a tirare il latte, pulirsi per bene il seno, utilizzando sempre coppette nuove e facendo attenzione a seguire tutte le precauzioni che le sono state date. Ma Francesca Bertolino, 29 anni, mamma bolognese di due bambini di cinque mesi e di nove anni, ci tiene a fare la sua parte: donare il latte in eccesso che ha ai bambini nati prematuri dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Un appello che da tempo l’Ospedale, come molti altri, fa alle neomamme perché aiutino a riempire la Banca del latte per i piccoli ai quali, quello materno, può essere di grandissimo aiuto.

Ma qualcosa nelle procedure per il ritiro del latte non ha funzionato. “Doveva passare oggi pomeriggio alle due un addetto della Granarolo con il furgone frigorifero – spiega Francesca – questi erano gli accordi che avevamo preso. Poco dopo le tre mi hanno chiamato per dirmi che non era possibile effettuare il ritiro perché io abito in centro in zona Ztl e il Comune non aveva concesso loro il permesso per entrare”. Francesca, oltre a rimanerci dispiaciuta, non riesce a capacitarsi di come sia possibile: “Mi hanno fatto fare gli esami per vedere se fossi idonea, hanno fatto un’eccezione perché mio figlio ha appena compiuto i cinque mesi e il limite è di quattro, dicendomi che erano a corto di latte, ci ho messo tutto l’impegno che potevo e poi per un’autorizzazione non si fa più nulla?”.

Mamma Francesca non è una che ha intenzione di far passare la vicenda  come se nulla fosse: “Domani alle 12 sarò in Comune a Bologna. E non andrò via fino a quando l’assessore alla Mobilità e il sindaco non mi daranno una spiegazione sensata per quanto è accaduto. Il mio compagno è nato prematuro, è stato tanti mesi in ospedale, all’epoca non c’era questa possibilità. Ha avuto molti problemi quando era piccolo. So benissimo quanto sia importante quello che avrei voluto fare”.

Donare il latte. Una procedura, peraltro, non proprio semplice e che vede coinvolta la Granarolo per il ritiro del latte tramite mezzi di trasporto specifici. “Dopo che l’associazione Il Cucciolo e la Banca del latte ai quali mi sono rivolta hanno verificato la mia idoneità – spiega Francesca – ho fatto tutti gli esami che dovevo. Mi hanno fornito tutto: il tiralatte, i biberon sterilizzati, le coppette da utilizzare, devi avere molte accortezze, il seno sempre pulito. Ho conservato il latte nel freezer. Mi hanno chiamata un giorno prima per dirmi che sarebbero passati per il ritiro. La mamma che sceglie di farlo si muove solo due volte: per ritirare il kit e per fare gli esami. Poi passano loro. Peraltro, non potrei tirare il latte a casa di qualcuno o portarlo io fuori dalla Ztl, perché deve passare dal mio congelatore a quello della Granarolo. Davvero, sono molto delusa”.

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