Carie, ciuccio, dito in bocca: bimbi, fate come Peppa Pig e andate dal dentista!

“Tanto quel dente è solo da latte” dicono i genitori quando decidono di non far intervenire il dentista sulla prima carie del proprio figlio, ma forse non tutti sanno che così si va a influenzare negativamente la crescita dei futuri denti permanenti e soprattutto il loro posizionamento. Di denti, carie e di malaocclusione ce ne parla Chiara Menghi, specialista in ortodonzia per lo Studio Dentistico Casavecchia di Ravenna (via Matteucci, 1) e membro dell’A.S.I.O. (Associazione Specialisti Italiani in Ortodonzia)
Dottoressa, a quanti anni è il caso di fare la prima visita odontoiatrica?
“E’ buona norma portare il bambino dal dentista verso i tre/quattro anni per una visita generica, e in caso ci siano delle anomalie di sviluppo o di posizionamento della dentatura o delle ossa facciali sarà il dentista stesso a richiedere l’intervento dello specialista in ortodonzia, che si occupa specificamente della diagnosi, prevenzione e trattamento di questi problemi”.
Quali sono i problemi più frequenti a cui sono soggetti i bambini?
“Quelli causati dalle cosiddette abitudini viziate, che determinano una funzione sbagliata della bocca. E’ il caso del bambino che usa il ciuccio, che si succhia il dito, oppure che respira con la bocca invece che con il naso a causa delle adenoidi ipertrofiche. In questi casi si deve intervenire prima di tutto eliminando la fonte del problema e aiutare il piccolo paziente a ripristinare una funzione adeguata della bocca, poiché una funzione sbagliata in un soggetto in crescita alla lunga determinerà una alterazione nella crescita e forma delle arcate dentali e delle ossa mascellari. Può capitare che, anche quando il problema delle adenoidi, per esempio, è stato eliminato, il piccolo paziente continui a respirare con la bocca per abitudine e allora bisogna  rieducarlo a respirare con il naso. In tal caso si chiede l’ausilio del logopedista, che attraverso una serie di esercizi lo aiuterà a ripristinare una corretta respirazione nasale. Altre volte invece si tratta di un problema di deglutizione dovuta a una scorretta postura della lingua. Essa rappresenta un organo particolare perché, sebbene sia costituita da muscoli volontari, funziona anche per automatismi, soprattutto nel momento della deglutizione. La pressione esercitata dalla lingua ad ogni atto deglutitorio è di circa 1 kg, si deglutisce intorno alle 2000 volte al giorno, questo ci permette di capire come una deglutizione scorretta possa influenzare negativamente lo sviluppo delle arcate dentarie”.
Dove dovrebbe posizionarsi la lingua nel momento in cui si deglutisce?
“Nei lattanti, nel momento della suzione, la lingua è posizionata in basso e in avanti a stretto contatto col labbro inferiore, poi quando cominciano a masticare, i bambini passano gradualmente a un tipo di “deglutizione adulta” che consiste nell’avere la lingua che spinge verso la parte anteriore del palato. Anche a riposo la posizione normale della lingua è in alto contro il palato. Abitudini come l’uso prolungato del ciuccio, il succhiamento del dito e la stessa respirazione orale interferiscono con una corretta postura della lingua e impediscono il passaggio ad una deglutizione di tipo adulto, con conseguenti alterazioni di crescita e forma delle arcate dentali e dei mascellari. Anche in questi casi la collaborazione col logopedista è molto importante per la rieducazione ad una funzione corretta”.
Che cosa è una malocclusione?
“Malocclusione significa “cattiva chiusura”. Una bocca presenta una malocclusione quando i denti dell’arcata superiore non combaciano correttamente con quelli dell’ arcata inferiore. Le malocclusioni possono essere di tipo ereditario o familiare, congenito e ambientale. Quest’ultimo è il caso per esempio delle abitudini viziate di cui abbiamo appena parlato”
Cosa si fa in questi casi?
“Fondamentale è fare una diagnosi accurata e verificare quali componenti (dentali o scheletriche, superiori o inferiori) deviano dalla norma. Per far ciò molto importante è l’esame clinico del paziente, l’ analisi delle fotografie, delle radiografie e dei modelli di studio. Una volta verificato il tipo e l’entità del problema si valuterà il momento giusto per risolverlo ed il tipo di apparecchio necessario. In linea generale si può dire che i problemi ortodontici intercettati precocemente permettono maggiori scelte terapeutiche e la possibilità di impostare i trattamenti nell’ età più idonea agli spostamenti ortopedici e ortodontici”.

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