Gli antibiotici? Troppi e dati male

Troppi antibiotici ai bambini e, soprattutto, somministrati nel modo sbagliato. L’allarme viene da una fonte autorevole: il 32° Congresso nazionale di antibioticoterapia in età pediatrica, in corso a Milano fino a domani. Durante la sessione di lavoro è stato presentato uno studio dal quale si desume che nel Nord Europa l’uso degli antibiotici è minore e più consapevole. L’Italia, assieme alla Grecia e alla Spagna, invece, deve ancora fare dei passi in avanti in questo campo.

Sotto accusa le prescrizioni mediche ‘facili’ (pediatri e medici di famiglia) ma anche i rimedi casalinghi: non di rado i genitori si improvvisano dottori e imbottiscono i figli di antibiotici anche quando non serve – ad esempio nei banali casi di raffreddore o influenza  quando invece tali farmaci si rivelano efficaci per le infezioni batteriche – oppure sbagliano dosaggi o, ancora, interrompono la terapia ai primi sintomi di miglioramento causando più danni che benefici.

“Gli antibiotici – precisa Susanna Esposito, presidente della Società italiana di infettivologia pediatrica – sono farmaci preziosi, molto utili in presenza di specifiche infezioni, ma che non funzionano o addirittura possono essere dannosi qualora non vengano utilizzati in modo corretto. E’ quindi molto importante che siano somministrati solo quando li prescrive il pediatra, dopo aver fatto un’attenta diagnosi”.

Gli studi hanno dimostrato che gli antibiotici si rivelano efficaci nel campo delle infezioni respiratorie: in media per i bambini fino all’età scolare si presentano 5-6 episodi di questo tipo all’anno. Purtroppo è da registrare anche la presenza di superbatteri resistenti ai farmaci i quali causano circa 400 mila infezioni e 25 mila morti ogni anno solo in Europa. Contro questi veri e propri killer la medicina è ancora impotente.

 

 

 

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